ORGANI AMMINISTRATIVI



SAVI ESECUTORI, COLLEGIO, AGGIUNTO, INQUISITORE ALLE ACQUE

L'importantissima materia del regolamento delle acque della Laguna fu nei primi tempi affidata al Piovego e ai Provveditori di comune. Dal sec. XIV, però, data la delicatezza delle funzioni in questo campo, che involgeva, come si sa, la sicurezza militare della Dominante, se ne occupò il Consiglio dei Dieci e il Senato, o direttamente o a mezzo di Commissioni straordinarie. Avendo queste fatte buona prova, nel 1501, il Consiglio dei Dieci creò un organo ordinario e permanente di tre membri presi dal Senato, col titolo di Savi. Nel 1551, in coerenza a quel movimento legislativo veneziano diretto a limitare lo strapotere dell'Eccelso Consiglio, l'elezione di questi magistrati fu avocata al Senato.

Prima, però, nel 1505, la Repubblica aveva ritenuto necessaria la formazione di un Collegio solenne, a cui fosse affidata la decisione delle più importanti deliberazioni in materia. Questo Collegio fu composto in origine di 15 senatori; nel 1531, il numero di questi fu portato a 25. Ma, nel 1543, si venne ad un'altra riforma: parteciparono a quel Collegio, infatti, 40 senatori, tutti i membri del Pien Collegio sotto la presidenza del Doge, i tre Savi alle acque, i tre esecutori di cui dirò, e gli Avogadori di Comune. Al posto dei capi del Consiglio dei X, poi, parteciparono, alle deliberazioni i Capi della Quarantia criminale. I membri del Collegio venivano nominati dal Collegio stesso; esso doveva riunirsi una volta almeno ogni settimana; e dal 1578 dovette convocarlo il Doge. Si noti infine, che, nel 1671, si dette ingresso nel Collegio anche ai Savi agli Ordini.

Accanto a questi due organi si pone, sin dai primi tempi, un Esecutore, aggiunto ai 3 Savi: nel 1530, il Consiglio dei X ordinò che se ne nominassero 3, e se ne riserbò l'elezione; la quale gli fu tolta, nel 1582, dal Maggior Consiglio, che se l'attribuì.

E, nel 1678, il Senato creò un Inquisitore, incaricato di istruire processi con lo stesso rito del Senato. Tale funzione, affidata, fino al 1709, a quest'apposito organo, fu da quest'anno incarico di uno dei tre Savi. L'Inquisitore ritorna a essere eletto, però, nel 1745, e a lui, dopo qualche anno (1754), fu completamente affidata la riscossione dell'imposta del 5% sui trasferimenti a titolo gratuito, di cui ora si parlerà (il che si diceva a Venezia pagar l'acque).

A render completa la esposizione, è da ricordarsi che, nel 1542, si trova istituito un pubblico matematico, con alle sue dipendenze un certo numero di periti (Proti e Vice-Proti), incaricato di dare pareri al Magistrato in materia di argini, regolamenti, porti, fiumi e lidi, ecc., oralmente o per iscritto.


La competenza di questi organi fu di grande importanza: la buona tenuta delle acque lagunari, dei lidi (dal 1520 fino a quest'anno tale materia fu affidata ai Provveditori al Sal), dei fiumi che sfociavano nella laguna fu loro affidata. Ebbero essi anche giurisdizione criminale; anzi, in alcuni casi, come taglio di argini di fiumi, intestadure, impedimento al corso delle acque, potettero servirsi del rito del Consiglio dei X.

Ma fra le più importanti competenze dei Savi è da ricordarsi l'esazione a loro affidata del 5% su tutti gli acquisti a titolo gratuito (eredità, legati, donazioni, ecc.).

Sarebbe troppo lungo, e fuori del prefisso compito, di enumerare qui tutte le disposizioni del Senato in materia. Norme si ebbero nel 1565 (si dichiararono esenti dall'imposta le eredità da padre, madre, fratello, sorella, avo, ava, marito e moglie), nel 1572 (si chiarì il decreto precedente), nel 1573 (esenzione a favore dei legati ad pias causas, che non eccedessero i 200 ducati, e di quelli ordinari non superiori ai 5), nel 1574 (si sottoposero alla imposta anche le grazie, pensioni e cariche conferite dal governo).

Nel 1617, l'imposta fu estesa alle città soggette sia di Terraferma che da Mar, e, nel 1619, si emisero nuove disposizioni a riguardo.

Numerose altre norme, ad evitare le frodi, furono emanate nel 1655, nel 1663, nel 1718, 1719, 1726, 1729, 1732 e infine nel 1745. Interessa ricordare qui soltanto che, nel 1619, fu fatto obbligo al Cancellier Grande e ai Cancellieri Inferiori di ordinare ai notai la presentazione di copie di tutti i testamenti.

(Cfr.: Mozzi V.: I magistrati Veneti alle acque e alle bonifiche, Bologna, Zanichelli, 1927.

Orlandini G.: Il Veneto magistrato alle acque, Venezia, Pellizzato, 1906 (estr. dall'«Ateneo Veneto», 1906, fasc. 2° e 3°).

Rompiasio G.: Metodo in pratica di sommario, o sia compilazione delle leggi, terminazioni et ordini appartenenti all'Ill. et Ecc. Collegio e Magistrato alle Acque, ecc., Venezia, Stamperia Ducale, 1771).

Gli atti dell'archivio dei Savi esecutori alle acque vanno dal 1404 al 1798, e solo un catastico contiene documenti che risalgono al 1292.

L'archivio contiene, non diversamente dagli altri della Repubblica, atti che si possono chiamare di indole generale: capitolari, parti del Maggior Consiglio, del Consiglio dei X, del Senato, scritture allo stesso Senato, lettere, estraordinario, terminazioni e atti che rispecchiano la speciale attività della magistratura: itinerari, relazioni, visite, proclami, commission, istromenti, privilegi, incanti delle lagune, dei lidi e dei fiumi, affittanze e vendite, atti circa confini con lo Stato della Chiesa, processi compiuti col rito del Consiglio dei X, vendite di alluvioni, concessioni di paludi, porte, palade, ecc., licenze, elezioni del magistrato e dei ministri subalterni, atti riguardanti l'esecuzione di lavori ordinati dal magistrato, escavazioni, regolazioni e sistemazioni di fiumi e della laguna, scandagli, costruzioni di argini, perticazioni, molini esistenti sui fiumi, ecc.

I pareri, gli itinerari e le relazioni dei periti dipendenti dal Magistrato sono a parte. Fra queste vanno ricordate quelle di Martinelli, di Alfonso Moscatelli (sec. XVII), di Damiano Montanari (1679-1687), di Bernardino Zendrini (1721-1746), del colonnello Lorgna, del capitano Letter, del Sabbadino, del Corner (1542-1559).


A parte sono i disegni, che riguardano l'Adige, il Bacchiglione, il Brenta, il Frassine, il Gorzone, la Laguna, i Lidi, la Livenza, il Piave, il Po, il Sile, il Tartaro, le Valli Veronesi.

Complessivamente pezzi 1005; Disegni: rotoli 205.

Cfr.: A. S. V.: Indici 52, 212, 219-II.

Inquisitori alle Acque: Decreti (1732-1796), 7; Terminazioni (1745-1797), 15; Terminazioni con testamenti (1781-1797), 24; Terminazioni con intestati, 10; Terminazioni con Venezia (1744-1797), 66; Terminazioni con Terraferma (1757-1797), 3; Terminazioni per liquidazioni (1768-1797), 3; Terminazioni con Cadore (1774-1796), 1; Terminazioni con Pordenone (1772-1796), 1; Terminazioni con Terraferma 5% (1751-1758), 1; Terminazioni dei Conservatori ed Esecutori alle leggi e degli Inquisitori 5% (1780), 1; Copie di terminazioni (1765-1797), 2; Proclami a stampa, 1; Lettere (1723-1791), 24; Lettere responsive (1749-1797), 35; Mandati (1726-1797), 9; Notatorio (1745-1785), 1; Costituti estraordinario intestati, depositi di Terraferma, 1; Scritture (1705-1796), 4; Testamenti (1584-1760), 67; Testamenti (anni diversi), 38; Successioni e sentenze a legge (1717-1794), 7; Quaderni intestati (1784-1795), 4; Note dei testamenti e dei morti inviate al Magistrato dalla Cancelleria Inferiore (1673-1802), 4; Estratti di testamenti (1621-1779), 44; Calcoli con testamenti (1731-1784), 119; Calcoli intestati (1733-1784), 26; Calcoli ed altre carte relative ad eredità, 29; Imposta sugli atti rogati dai notai (1736 e 1742-1744), 1; Esazione dell'imposta 5% (1683-1707), 6; Esenzione dazi istrumenti testamenti (1797-1798), 4; Tasse di sentenze, citazioni e comandamenti (1746-1787), 1; Indici della tassa sull'eredità e sui benefici ecclesiastici, 5; Bilanci riscossione per trimestre (1753-1796), 17; Debitori da liquidarsi, 17; Riserve (1607-1771), 4; Depositi capitali delle Scuole Grandi, 1; Cariche di S. Marco (1701), 1; Beni ecclesiastici di Bergamo, Brescia e Crema (sec. XVIII), 29; Carte di particolari, 1; Stampe in causa, 7; Notizie Zecca (1747-1797), 6; Notizie Procuratore e Esaminador (1767-1797), 2; Notizie Magistrati diversi (1758-1797), 4; Elenco Ministri (sec. XVIII), 1; Esattore generale (1748-1760), 1.

Complessivamente pezzi 656.

Cfr.: A. S. V.: Indici 47, 55-II (parziali).


PROVVEDITORE ALL'ADIGE - DEPUTATO ALLE VALLI VERONESI - AGGIUNTO AL MAGISTRATO SOPRA I BENI INCULTI

Una magistratura sul fiume Adige si trova dalla fine della seconda metà del secolo XVI. Era composta di due o tre membri; ma in forma stabile apparisce solo nel 1677. In tale anno vennero eletti tre provveditori con un aggiunto, ai quali venne poco dopo aggregato un Collegio di nove membri. In seguito il magistrato si ridusse a tre membri senza l'Aggiunto.

Sorvegliavano il corso del fiume, riscuotevano il campatico per la riparazione delle rive, vigilavano i mulini sorti sul fiume e ordinavano la vendita delle alluvioni formate dal corso di quello. Avevano competenza a giudicare le questioni che sorgevano in tal materia: e dalle loro sentenze si appellava al Collegio dei XX Savi del corpo del Senato.

La bonifica del territorio veronese, bagnato dall'Adige, di natura paludosa, fu affidata, su proposta dei Provveditori ai Beni inculti, nel 1780, ad un apposito magistrato, denominato Deputato all'asciugamento delle valli veronesi. Egli era in continue relazioni, oltre che col magistrato ai Beni inculti, anche con quello alle Acque.

Catastici con indice (1414-1709 e 1725), 6; Decreti (1677-1796), 15; Terminazioni (1594-1797), 37; Stampe (1678-1795), 1; Scritture (1677-1797), 24; Scritture e suppliche di particolari (1671-1797), 10; Scritture e suppliche al Senato di privati e pubblici rappresentanti (1713-1796), 3; Scritture e decreti per la regolazione dell'Adige (1503-1779), 2; Lettere ai pubblici rappresentanti (1677-1796), 13; Lettere dei magistrati (1726-1797), 2; Lettere dei rappresentanti alla Serenissima Signoria (1677-1797), 70; Lettere dei rappresentanti ai Provveditori di Legnago (1738-1739), 1; Lettere del magistrato agli Ingegneri (1778-1797), 2; Lettere degli Ingegneri al magistrato (1709-1797), 29; Lettere degli economi, cassieri ed esattori al magistrato (1765-1796), 3; Lettere del magistrato agli esattori e cassieri (1778-1797), 2; Relazioni e progetti sulla regolazione dell'Adige (1707-1796), 9; Diversorum (1448-1755), 6; Scritture in causa (1761-1797), 1; Atti vari (1469-1806), 148.

Complessivamente pezzi 384 dal 1414 al 1806.

Cfr.: A. S. V.: Indice 169-II.


PROVVEDITORI ALL'ARMAR - PAGATORI ALL'ARMAMENTO - INQUISITORI ALL'ARMAR - TRE SULLE GALEE DEI CONDANNATI

I Provveditori all'Armar furono istituiti nella seconda metà del sec. XV. Fino al 1644 furono due: dopo diventarono tre.

Avevano alle loro dipendenze il materiale ed il personale della marina da guerra in disarmo ed in allestimento: nominavano gli ufficiali di marina e gli altri funzionari non patrizi e giudicavano sommariamente nelle questioni fra ufficiali, marinai e condannati. Al principio del secolo XVII, ebbero facoltà, insieme al Collegio della Milizia da Mar e ai Tre sulle galee dei condannati, di inquisire nei casi di preda o naufragio di navi venete. Avevano inoltre giurisdizione su quanto riguardava la navigazione, sul Canale della Giudecca, sulla scuola di San Nicolò dei Marineri. Potevano mettere parte per il loro ufficio come i Savii del Consiglio.

Insieme ai Provveditori all'Armar attendevano all'armamento e al disarmo delle navi i Pagatori o ufficiali alla Camera dell'armamento, che vennero istituiti, alla fine del secolo XIII, e variarono da tre a cinque. Il loro compito, dopo la creazione dei Provveditori all'Armar, si restrinse al pagamento degli equipaggi; prima invece dovettero avere attribuzioni molto maggiori.

Sulle ciurme dei condannati alla galera presiedevano i Tre sulle galee dei condannati, istituiti nel 1545.

Gli archivi di queste due ultime magistrature fanno pure parte dell'archivio dell'Armamento, nel quale si trovano altresì frammenti dell'archivio degli Inquisitori all'Armar, che venivano alle volte eletti per reprimere gli abusi e per rivedere la gestione dei magistrati all'armamento.

Capitolari e indici (1397-1796), 20; Decreti (1613-1794), 46; Terminazioni (1680-1797), 112; Scritture (1694-1797), 34; Stampe dell'armata marittima (1552-1794), 2; Ruoli di navi (1760-1797), 159; Mandati dell'amministrazione attrezzi (1792-1796), 2; Partiti deliberati (1786), 1; Ammissione e cassazione dai ruoli, cauzioni, rapporti e testamenti (di vari legni) (1784-1796), 1; Catastico serventi dell'Armata sottile (1778-1789), 1; Catastico salariati (1755-1797), 1; Conti del Governatore di nave Angelo Orio (1796-1797), 1; Conti del Capitano delle navi Tommaso Condulmer e del Provveditor general da mar Widman (1793-1797), 2; Ospedale di marina (1789-1797), 5; Stampe dell'ospedale di marina e della Scuola dei marinai di S. Nicoletto (1736-1797), 1; Codice della Marina Mercantile (1775), 1; Atti vari (1457-1797), 15.

Complessivamente pezzi 404 dal 1397 al 1797.

 Cfr.: A. S. V.: Indice 274-II.


PROVVEDITORI, PATRONI, INQUISITORI ALL'ARSENALE, VISDOMINI ALLA TANA

L'Arsenale fu una delle principali glorie della Repubblica Veneta e uno degli istituti più curati e sorvegliati (il Doge aveva l'obbligo di visitarlo ogni mese insieme col Consiglio Minore; dal 1645, ogni trimestre insieme col Collegio dei Savi).

Su di esso invigilava in maniera ordinaria e diretta una magistratura di tre membri, chiamati Patroni all'Arsenal, la cui istituzione, sebbene traccie se ne trovino solo nella seconda metà del sec. XIII, deve riportarsi più oltre nel tempo, dato il carattere marinaro della città, fin dai primi anni di vita.

Essi dovevano custodire l'Arsenale di notte e di giorno; abitarvi durante la loro carica (nel 1486 tale obbligo fu ristretto alla dimora di almeno uno di essi per settimana); tenere le chiavi; essere tutti e tre presenti nel caso in cui occorresse aprire le porte dell'Arsenale dopo un'ora di notte; recarsi uno di essi ogni mese insieme con un Provveditore davanti al Collegio dei Savi per dar conto delle cose avvenute nel mese precedente.

Nel 1444, furono ammessi in Senato con diritto di voto. Nel 1565, furono chiamati a comporre il Collegio sopra l'Arsenale insieme ai Provveditori, a due Savi di Terra Ferma, a due Savi agli Ordini, a un Consigliere, a un Capo della Quarantia Criminale e a un Savio del Consiglio; Collegio che si riuniva dapprima una volta all'anno, poi ogni biennio, per provvedere ai bisogni economici e alla buona disciplina dell'istituto. Dal 1637 in poi la facoltà di convocarlo spettò ai Patroni.

Accanto ai Patroni, eletti dal Maggior Consiglio, nel sec. XV sorsero i Provveditori, eletti dal Senato, prima in numero di due (1490), poi di tre, il più anziano dei quali ebbe, dal 1683, diritto di inquisizione. Avevano varie competenze comuni con i Patroni con i quali concorrevano a formare il Collegio dell'Arsenale: dovevano dimorare nell'Arsenale, ciascuno per quindici giorni continui.

Un'altra antica magistratura sopra l'Arsenale (si trova fin dal sec. XIII) fu quella dei tre Visdomini alla Tana (deposito di cordami), prima del 1558 denominati ufficiali alla Camera del Canevo. Venivano eletti dal Maggior Consiglio.

Si trovano infine anche dapprima tre, poi un solo Inquisitore all'Arsenale, nominati di tempo in tempo dal Senato per ovviare ai disordini derivanti dalla cattiva amministrazione. In seguito alle inchieste e alle relazioni dell'ultimo di questi inquisitori, eletto nel 1753, furono stabiliti quattro amministratori


dei pubblici effetti col compito di regolare tutta la gestione amministrativa.

(Cfr.: Forsellini M.: L'organizzazione economica dell'Arsenale di Venezia nella prima metà del seicento, in «Arch. ven.», XIX, p. 492.

Veludo C.: Cenni Storici Sull'Arsenale Di Venezia. Venezia, Naratovich, 1869.

Relazione del nobile Carlo Contarino sulle condizioni dell'arsenale di Venezia (20 gennaio 1662), pubblicata da Verona e Zajotti per nozze Canali-Benotti.

Orlandini E.: Federico IV, re di Danimarca, visita l'Arsenale di Venezia. Venezia, Naratovich, 1900 (Nozze Dolcetti-Scarpa).

Cecchetti B.: La mariegola dei Calafati dell'Arsenale di Venezia, Venezia, Naratovich, 1882.

De lucia F.: La sala d'armi nel Museo dell'Arsenale di Venezia, Roma, «Rivista Marittima», 1908).

Documenti antichi circa la Casa dell'Arsenale (1525-1594), 2; Capitolari (secc. XIV-XVI), 2; Indici delle parti del Senato e delle terminazioni (1700-1748), 3; Parti del Senato (registri) (1455-1797), 51; Parti del Senato (filze) (1703-1797), 76; Terminazioni (registri) (l500-1787), 61; Terminazioni (filze) (1715-1797), 290; Scrittore (1690-1797), 46; Inquisitorato (1733-1734), 1; Registri grandi delle maestranze, dei marangoni, dei salariati, dei calafati, dei rompitori di ghiaccio, quaderni di cassa, elenchi dei debitori, ecc., 28; Atti vari: sommari di leggi, costruzioni navali, atti relativi alla canapa, contratti, fabbrica dell'Arsenale (1758-1759), partite ed imprese per provviste momentanee, ruolo pompieri, processi, stampe, disegni, istruzione per lo stabilimento delle nitrare (1782), terminazioni e decreti appartenenti alla nave S. Carlo, 53; Disegni, 1.

Complessivamente pezzi 614 dal sec. XIV al 1797.


INQUISITORE ALLE ARTI

Il 17 marzo 1707, venne istituito, con autorità eguale al Senato ed in via straordinaria un Inquisitore sulle arti specialmente in relazione ai commestibili.

Egli ebbe l'incarico principalmente di punire i contravventori in tale materia.

Un inquisitore sulla regolazione di tutte le arti, non esclusa quella della seta, venne istituito, il 19 luglio 1751, con l'incarico di proporre al Senato gli opportuni provvedimenti per la riduzione dei prezzi dei commestibili e del costo della mano d'opera nelle arti.

Il 7 giugno 1753, furono aggiunti ad esso straordinariamente tre Deputati per l'erezione di un albergo dei poveri.

Il 4 febbraio 1762, l'Inquisitore, temporaneamente non più eletto, fu ristabilito con l'incarico di cercare di dare impulso alle industrie dello Stato e di favorirne in tutti i modi l'esportazione.

Dopo un'altra interruzione fu definitivamente ristabilito, il 27 settembre 1777, e continuò fino alla caduta della Repubblica.

Decreti del Senato per l'Inquisitorato alle arti (1743-1771); Decreti del Senato per la Deputazione straordinaria alla regolazione delle Arti (1773-1776); Decreti del Maggior Consiglio, Consiglio dei X, Senato (1305-1796); Terminazioni e problemi (1778-1799); Nobile deputazione alle arti: decreti (1797-1802); Mandati e costituti (1777-1797); Scritture (1723-1796); Relazioni (1768-1773); Ispezioni dell'Inquisitorato (1777-1789); Notatorio (1751-1768); Lettere (1751-1796); Lettere dei Rettori (1751-1796); Quesiti dell'Inquisitorato e risposte delle Arti (1773-1781); Stato, classificazione, regolazione e anagrafi delle Arti (sec. XVIII); Storia della deputazione straordinaria alle Arti (sec. XVIII); Opera manoscritta di Apollonio sulle Arti di Venezia nel 1797; Atti delle varie Arti e degli Ebrei (1248-1807).

Complessivamente pezzi 102 dal 1248 al 1807.

Cfr.: A. S. V.: Indice 123-II.


PROVVEDITORI ALLE ARTIGLIERIE

All'inizio del secolo XVI si trova menzione di un Provveditore sopra le Artiglierie e le munizioni eletto dal Consiglio dei Dieci. Nel 1588, detta elezione fu rimessa al Senato, che, l'anno seguente, portò a tre il numero dei membri, uno dei quali aveva in consegna la Cassa.

Era loro compito soprintendere alla costruzione del materiale d'artiglieria, alla provvista e confezione delle munizioni ed all'organizzazione del personale iscritto nelle varie scuole di bombardieri dello Stato.

Nel 1648, fu loro concesso di procedere criminalmente contro chi si appropriasse delle munizioni e, nel 1679, ottennero competenza civile nelle cause fra i bombardieri e la loro arte, ad eccezione delle controversie sulla matricola, spettanti al magistrato sulla Giustizia Vecchia.

Decreti, in filza (1589-1797), 4; Decreti, registrati (1770-1797), 3; Terminazioni (1738-1795), 3; Scritture (1751-1797), 4; Lettere (1790-1795), 1; Stampe di proclami e terminazioni (1640-1795), 2; Atti varii (memorie sulle artiglierie: carte relative al Generale Tartagna; processi; fabbriche di salnitri, ecc.) (secc. XVII-XVIII), 19; Quaderni (1750-1797), 3.

Complessivamente pezzi 39 dal 1589al 1797.


UFFICIALI ALLE BECCHERIE - PROVVEDITORI ALLE BECCHERIE - COLLEGIO DEI XII E DEI V ALLE BECCHERIE

Non si può con precisione indicare l'anno di nascita degli Ufficiali alle beccherie, i quali però esistevano già nel secolo XIII, come risulta da disposizioni del 1249 regolatrici delle loro attribuzioni. Il loro numero, dapprima di tre, fu portato a quattro nel 1363. Avevano l'incarico di tenere approvvigionata la città di carni, di riscuotere il dazio relativo, di curare la bontà della merce in vendita e la giustezza dei prezzi e dei pesi. Agli inizi del sec. XV fu loro affidata anche la vigilanza sull'industria dei cuoiami, esercitata dall'arte degli scorzeri.

Nel corso del sec. XV, per meglio provvedere all'importantissima bisogna, venne istituito il Collegio dei XII o dei beccai, composto da due consiglieri inferiori presidenti, da due governatori delle entrate, da due provveditori sopra camere, da due Provveditori al sale e dai quattro ufficiali alle beccarie.

Nel 1545, per dare maggiore autorevolezza all'ufficio, vennero istituiti due Provveditori alle beccarie, che venivano eletti dal Senato. Essi erano tenuti a far affluire a Venezia la quantità di bovi necessaria per la cittadinanza e ad invigilare che nello Stato l'allevamento del bestiame dovesse essere ripartito in proporzione alle possibilità di tutti i poderi. Avevano giurisdizione - estesa a tutto lo Stato - circa gli abusi e le frodi, che potessero essere commessi dai mercanti, dai macellai, ecc. specialmente in materia di calmiere.

Nel 1573, vennero meglio definite le mansioni dei quattro Ufficiali alle beccarie affidando al primo la cassa del dazio di Venezia, al secondo la cassa del dazio di fuori, al terzo il peso della carne nei macelli di Rialto e al quarto nei macelli di S. Marco. Essi ricevettero pure la potestà di processare e di punire i frodatori dei pesi e dei calmieri ed i colpevoli di altri delitti a queste materie connessi. I colpevoli condannati avevano diritto di ricorrere in appello ai Provveditori.

Malgrado l'istituzione dei Provveditori continuò a sussistere il Collegio delle beccarie fino al 1598, in cui fu sostituito da un Collegio di cinque Savi sopra le beccarie con l'incarico di unirsi ai Provveditori per consigliarli nelle materie ad essi affidate. Verso il 1620, anche questo Collegio fu soppresso e, a consigliare i due Provveditori nelle gravi questioni, vennero destinati i Cinque Savi alla mercanzia.

Nel 1678, fu aggiunto un terzo Provveditore, detto aggiunto, che doveva attendere particolarmente al fondaco dei cuoiami, prima invigilato da tre inquisitori eletti dal Senato.


Era affidata ai Provveditori, unitamente al Pien Collegio, anche la deliberazione sugli appalti della carne dei bovi, dei vitelli, degli agnelli, dei capretti, dei castrati e delle carni insaccate degli animali porcini, a Venezia e nel dogado.

Avevano anche facoltà di nominare fra di loro un inquisitore per la formazione dei processi, indipendentemente dai quattro Ufficiali alle beccarie, e di stabilire anche alcuni dazi sulle carni in alcune località del dogado.

Capitolari (1295-1768), 1; Decreti (1717-1785), 2; Notatorio (1632-1779), 1; Terminazioni, sentenze, scritture, lettere, proclami (1572-1797), 10; Lettere di e a pubblici rappresentanti (1716-1796), 6; Memoriali e scritture (1656-1796), 2; Estraordinario (1614-1737), 1; Stampe (1554-1756), 1; Scritture private in causa (1661-1785), 4; Processi, riferte e raspe (1583-1797), 3; Pieggerie, costituti, ecc. (1678-1789), 1; Concessioni di banche (1402-1484), 1; Tariffe e calmieri (1718-1796), 1; Carname (1593-1803), 17; Candele di sego (1681-1798), 1; Fondaco cuoiami (1668-1797), 7; Ordini e licenze di spese al Guardian dei beccai; titoli di acquisto di banche; banche del Ghetto; elenco di venditori, ecc. (1711-1798), 2; Documenti sull'arte dei beccai (1717-1804), 1; Menuzzami e luganegheri (1090-1797), 2; Quaderni cassa (1774-1800), 2; Repertori di atti dell'archivio del magistrato (1660-1801), 1; Miscellanea (1343-1807), 4.

Complessivamente pezzi 91 dal 1090 al 1807.

Cfr.: A. S. V.: Indice 100-II.


PROVVEDITORI SOPRA BENI COMUNALI

Sui beni destinati agli usi civici invigilarono vari organi ordinari e straordinari in ordine di tempo. La materia infatti fu prima regolata dal Consiglio dei Dieci, poi nel secolo XVI fu affidata a due Provveditori sopra gli usurpi dei beni comunali e nel 1574 a tre Provveditori sopra i beni comunali.

Accanto a questi si trovano, nel 1602, istituiti due Revisori con facoltà di inquisizione contro le usurpazioni ed alienazioni illecite; altri due furono eletti nel 1604, e contemporaneamente tale materia venne del tutto sottratta ai Rettori.

Questa stessa facoltà di inquisizione fu attribuita ad un Provveditore, nel 1684, quando la Repubblica fu costretta alla vendita di una parte dei beni comunali.

Nelle cause che si discutevano davanti a questi Magistrati dovevano intervenire i Fiscali della Repubblica; e le loro sentenze venivano riesaminate in appello dal Collegio dei venti Savi del Corpo del Senato.

Carte sull'istituzione del Magistrato (secc. XV-XVIII), 1; Capitolare (1489-1768), 1; Decreti (1499-1791), 2; Scritture (1604-1790), 13; Scritture (1676-1770), proclami (1600-1799), 1; Scritture e decreti (1788-1797), 1; Alfabeto scritture, 1; Suppliche, risposte e decreti (1719-1787), 3; Suppliche e scritture (1592-1792), 7; Suppliche per acquisti a ducati 150 (1646-1790), 8; Suppliche di pubblici periti per approvazione (1706-1797), 2; Suppliche di particolari e di Comuni (1600-1780), accordi (1690-1783), 1; Suppliche e terminazioni (1787-1796), 1; Risposte dei Provveditori e di particolari al Senato (1748-1761), 1; Lettere ex offitio (1754-1797), 2; Lettere ad istanza (1647-1797, 2; Lettere (1631-1792) 24; Lettere responsive (1582-1787), 19; Notatorio (1582-1797), 8; Terminazioni (registri) (1496-1797), 6; Terminazioni (filze) (1603-1797), 10; Costituti (1623-1796), 1; Catalogo dei pubblici periti agrimensori (1758), 1; Commissione a pubblici periti (1598-1796), 1; Attestazioni dei Comuni per l'assistenza dei periti (1669-1727), 1; Relazioni dei pubblici periti (1543-1794), 6; Perticazioni nel Friuli (1601-1630) e nella Trevisana (165-1664), 2; Revisioni nei tenitori di Oderzo, Motta, Asolo e Conegliano (1652), 1; Privilegi (1603-1775), 7; Libri, annotazioni, privilegi e denunzie (1739 e segg.), 1; Catastici (patriarcato di Aquileia, Bellunese, Feltrino. Friuli, Padovano, Pola, Trevisana, Veronese, Vicentino), 43; Rinnovazioni delle investiture (sec. XVIII), 3; Processi (Bellunese, Feltrino, Friuli, Padovano, Trevigiano, Vicentino, Veronese) con indice, 67; Polizze d'incanto, 52; Terzi prezzi, 4; Vendite a livello, 2; Istrumenti d'acquisto (1605-1800), 12; Denunzie (con indici alfabetici) (158O-1799), 14; Libro dei comuni venduti e da vendersi nel Friuli, 1; Libro rendite a livello, 1; Annue rendite a livello, 1; Libri costituti dei depositi, capitali di Zecca, ecc., 1; Costituti e


comparse per supplemento terzi prezzi (1667-1668), 1; Stime (1647-1667), 2; Offerte per acquisto beni comunali (1646-1647), 1; Nota dei notai del Trevisano, 1; Rescritti, 1; Rescritti (1787-1797), 3; Usurpazioni, 2; Citazioni, 2; Affittanze (1500-1799), 1; Interrogazioni sopra beni comunali (1638-1780), 1; Quaderni e filza fondamenti cassa (1788-1794), 1; Libri mandati (1648-1780), 1; Pagamenti in Zecca (1674-1785), 1; Documenti originali e copie sui beni comunali di Treviso, Vicenza, Belluno e Udine, 1; Notifiche beni comunali del Cremasco (1787), 1; Carte di particolari rimasti al Magistrato, 1; Scritture e decreti (1798-1799), 1; Protocollo (1799-1802), 1; Beni comunali (1799-1802), 3; Fiere e mercati (1798-1803), 1; Notifiche (1798-1807), 1; Disegni: Asolo (1600-1780), Belluno (1635-1799), Bergamo (1700-1797), Castelfranco (1643-1790), Ceneda (1682-1780), Conegliano (1647-1780), Crema (1627-1722), Feltre (1648-1822), Friuli (1606-1799), Mel (1650-1775), Motta (1604-1780), Oderzo (1647-1780), Padova (1647-1785), Portobuffolè (1647-1730), Sacile (1605-1745), Serravalle (1647-1790), Treviso (1647-1780), Valmareno, Verona, Vicenza, di varie località, con indice, 147.

Complessivamente pezzi 510.

Cfr.: A. S. V.: Indice 277- II.


PROVVEDITORI SOPRA BENI INCULTI

I Provveditori ai Beni Inculti furono istituiti dal Senato, nel 1566, per sopravegliare alle bonifiche e alle culture che si erano rese necessarie nel territorio della Repubblica. La loro istituzione era stata preceduta, nel 1545, da una ispezione dei territori incolti e malsani, affidata a competenti; ispezione che aveva consigliato la creazione di un organo permanente.

Fu a questi nuovi officiali affidata la sorveglianza sulle bonifiche in corso, il promuovere consorzi a tale scopo e dare parere sui progetti dei tecnici. Erano incaricati di formare il catastico dei possessori di acque direttamente senza obbligare gli stessi a recarsi davanti ad essi, ma servendosi al bisogno dei Rettori. Confermavano inoltre il possesso delle acque pubbliche, quando avesse determinati requisiti di durata e agivano contro gli usurpatori delle acque stesse.

Accanto a questi officiali vi era un Deputato all'Agricoltura con l'incarico di dare opportuni consigli tecnici.

(Cfr.: Ugo Mozzi: L'antico veneto Magistrato dei Beni Inculti. Roma, 1921 (estr. dalla Riv. «Acque e Trasporti»).

Provveditori ai Beni Inculti: Sommario leggi (1500-1700), 1; Capitolari (con rubrica) (secc. XVI-XVIII), 9; Decreti (1654-1796), 6; Terminazioni (1567-1797), 61; Suppliche d'ufficio (1557-1803), 31; Suppliche alla Signoria (1564-1797), 17; Mandati (1566-1797), 32; Lettere dell'Ufficio (1550-1796), 75; Lettere responsive (1560-1797), 80; Lettere di pubblici Rappresentanti in materia di acque (1689-1769), 1; Relazione dei periti (1557-1796), 37; Materie diverse (1556-1584), 15; Investiture (1559-1797), 40; Processi d'investiture, 106; Indici di contradizioni a suppliche (1760-1796), 6; Costituti di contradizioni a suppliche (1590-1797), 21; Scritture (1557-1797), 72; Scritture secrete (1569-1797), 10; Proroghe (1680-1795), 27; Ordini (1690-1788), 2; Tenute (1604-1741), 2; Sequestri (1652-1784), 3; Intimazioni (1656-1778), 1; Consegnazioni di beni (1566-1641), 1; Polizze d'incauto (1609-1716), 2; Sospensioni (1662-1752), 1; Denunzie, 1; Notifiche di privati e di Comuni (1557-1564, 1595, 1632-1642, 1645, 1656-1694, 1712-1717, 1760, 1766-1794), 37; Carte relative a molini dello Stato veneto (1573-1795), 6; Carte relative al fiume Tartaro (1718-1774), 1; Carte relative agli agrimensori per Dalmazia ed Albania (1701-1706), 1; Giurisdizione sulle acque al di là del Mincio (1556-1785), 1; Giornali, quaderni di cassa (1557-1797), 31; Consorzi, 116; Atti vari, 1; Catastici, 3; Indici dei catastici, 12.

Complessivamente pezzi 845.

Deputati all'Agricoltura: Decreti (1768-1793), 3; Terminazioni (1785-1797), 1; Scritture (1768-1797), 3; Lettere (con indici) (1768-1790), 3; Carteggio (1789-1796), 3; Accademie agrarie, 13; Pascoli e pensionatico, 4; Scuola veterinaria di Padova, 1.

Complessivamente pezzi 31.

Cfr.: A. S. V.: Indice 151-II.


DISEGNI ESISTENTI NELL'ARCHIVIO DEI PROVVEDITORI SOPRA BENI INCULTI (PADOVA, POLESINE, TREVISO, BELLUNO, FRIULI).

Abbazia S. Eufemia di Cittadella, Adria, Agordo, Albina, Alleghe, Arquà, Arsego e Curtarolo, Arsiè, Asolo.

Badia, Bagnacavallo, Bagnaria, Baon, Barbarano (S. Andrea), Barbuglio, Basaldella Tesis, Bassane, Cismon, Battaglia, Baver, Becega, Beivars, Belluno, Bessica, Bevador e Campolongo, Bibano, Boccon, Bolzano, Bolzanella, Bonisiol, Borgo Aquileia, Borgo Bassanese, Borgo di Farra, Borgo di Gemona, Borgo di Grezzano, Borgo di S. Avosà, Borgo S. Giovanni, Borgo S. Pietro, Borgo Visentina, Borsea, Borso di Asolo, Braida, Brancaglia, Breda, Bresciago di Cittadella, Brespara, Bressane, Bribano, Brondolo detta la Busiola, Buchignana, Burbano, Busco.

Cà Bianca (Chioggia), Calderigo (Este), Campagna vecchia di Rovigo, Campo, Campo Longhetto, Campo Longo e Bevador (di Cittadella), Camposampiero, Campolongo Villa di Lizzara, Canal di Valle (Chioggia), Caneva, Canfriolo, Caorle (S. Giorgio), Capovilla e Venda, Cappella Martellago, Cappelletta (Noale), Carbonara, Carbonera, Carmignano di Este, Cartirago e Cregnago. Carturo di Cittadella, Carzo basso, Casa Corba, Casasola, Caselle, Casoni (Asolo), Castelbaldo, Castelcucco, Caselle, Castelfranco, Castel Liviero, Castelli e Pederobba, Castion, Castions, Cavarzere, Cavaso, Cavazuccherina, Cavazzana, Cavazzo, Cellina, Cencenighe, Cendoli, Ceneda, Cerignan, Cesana, Cevraia, Chioggia, Chirignago, Cismon, Cittadella, Cividale, Chiasottis, Conegliano, Codisago, Codognè (Baver), Codroipo, Colle, Conegliano, Contrà la Grande, Contrà dei Masi, Contrà del Pissarotto, Contrà della Colombata, Contrà della Costa (Arquà), Contrà delle Coste Zuccon, Contra delle Guizze (Villa del Conte), Contrà delle Sparelle, Contra delle Veniere, Contrà di Borgotiero (Este), Contrà  di Campagna (Pernumia), Contrà di Crosca (S. Pietro Montagnon), Contrà di Longo Muson, Contrà di Munaretti Fratte, Contrà di Muttinello (Cittadella), Contrà di Persegara (Cittadella), Contrà di S. Giacomo (Monselice), Contrà di S. Giovanni delle Navi, Contrà di S. Martino, Contrà di S. Massimo, Contrà di Savelon, Contrà Valle S. Maria, Contrà di Zaca (Fontaniva), Consorzio dei Lochi Bassi, Cordenons, Cordignano, Corignano e Cartirago, Cornadella (Sacile), Cornuda, Corte e Fogare, Costa, Covolo, Crespan, Crespignaca, Crispignana, Crosetta e Canda, Curtarolo, Curtarolo e Orsego, Cusighe.

Dardago, Dardago Polcenigo, Decoi, Dolo, Dont, Dragonzo.

Este.

Faeo Boccon, Fagarè, Falcade, Fanna, Farra, Feletis, Feltre, Fianona, Fiesso, Fieta (Asolo), Fogarè e Corte, Fontane, Fontaniva, Fonte, Fonzaso, Formegan, Fossa, Fossa Roman, Fossalovara, Fossalta Bordugo, Fossalta Maggiore, Fraforiano, Frassenella, Frassinelle, Fratta, Fratte, Fregona, Fusina e Marghera.

Galliera, Gambarare, Galzignano, Gardignano, Gemona, Giarabassa, Gleres, Godego, Gorgo, Gorzone, Gradisca, Grassagna, Grea, Gruaro Sesto, Guizza.


Igne, Isola di Carturo.

Lamon, Lanzano, Latisana, Lavari, Lavazzo, Lavia, Lendinara, Limena, Lissaro e Cittadella, Longano, Longare, Longarone, Loreggia, Loreggiola, Loreo, Loria, Lovadina, Lozzo, Lugo e Prozzol, Lupari, Lusia.

Manzano, Maranzago, Marcon, Maregonda, Maren, Marghera e Fusina, Martellago, Martignacco, Martignago, Marzana, Marzinis, Mazzango, Mazzanis, Mean, Medun, Meduna, Megiadin (Montagnana), Mel, Mencana, Meolo, Mestre, Mignagola, Mira, Mirano, Mogeiano, Moniego, Monselice, Montagnana, Montona, Moranzan e Gambarare, Morgan, Moriago, Morsano, Mosnigo, Motta, Mure, Musestre, Mussolente, Mussolente Roman, Musil (Asolo).

Navolè e Maregonda, Negrisia, Nervesa, Nimis, Noale, Novale.

Oderzo, Ogliano, Onara, Onigo, Orcenigo, Oriago, Orzano, Otto Ville.

Paderno, Padova, Pagnano, Palse, Pargesimo, Passariano, Pecolle, Pedemonte, Pederobba, Pedevena, Perarolo, Perech, Pernumia, Persereano, Persiana e Vespara, Pezzan, Pezzuoloi, Piazzola, Pieve d'Alpago, Pieve di Cadola, Pieve di Castions, Pieve di Lavazzo, Pieve di Limana, Pieve di Soligo, Pincara, Pinidello, Piombino, Piove Prozzolo, Piove di Sacco, Piovesano, Pirago, Polcenigo, Polpel, Ponte Corvo (Padova), Pontelongo, Ponte Molino (Padova), Ponterotto, Ponte S. Agata, Porcia, Pordenone, Porta del Portello di Padova, Porta San Tommaso di Treviso, Portello (Padova), Portolongo, Possagno, Postioma, Postonzicco, Povegliano, Prà e Vighizzolo, Prata, Predenzino, Preganzino, Prese di Francavilla, Presina, Prozzolo, Puos d'Alpago.

Quarto, Quero, Quers.

Ramon, Rasai, Regola della Terra, Remanzacco, Resana, Riese di Asolo, Rio S. Martino, Risano, Riva d'Agordo, Riva d'Olmo (Este), Riva di Rivalta. Riva Secca, Rivalta, Rivignano, Roigrando, Roman, Roman di Varmo, Roncadelle, Ronchi di Curtarolo, Rorai, Rorai Grande, Rorai Piccolo, Rorai Porcia, Rosolina, Rossano e Galliera, Rosti Grande, Rovere, Roveredo, Rovigo, Rua, Rualis, Rustega.

Sacile, Saletto, Saline, Salmazza, Salvarese, Salvaro, Salvaterra, Sambughè, S. Agata (Ponte), S. Alberto, S. Andrea di Codiverno, S. Bartolomeo, S. Biagio, S. Biagio di Lendinara, S. Biagio di Predenzin, S. Cipriano, S. Fior, S. Floriano, S. Giacomo di Ceneda, S. Giacomo di Veglia, S. Giorgio, S. Giorgio in Brenta, S. Giorgio di Caorle, S. Giorgio di Carrara, S. Lorenzo, S. Martino, S. Martino di Anguillara, S. Martino di Camposampiero, S. Martino di Castelfranco, S. Martino di Colle, S. Martino di Lupari, S. Martino Pinidello, S. Martino di S. Eufemia, S. Martino e S. Fior, S. Martino Serravalle, S. Michele del Quarto, S. Nicolò Loreo, Sant'Odorico, S. Pietro Montagnon, S. Polo, S. Quirino, S. Stefano di Rovigo, S. Tommaso, S. Vito, S. Zener, San Zenone, S. Zibio, Sant'Agata, Sant'Agnese, Sant'Alberto, Sant'Ambrogio, Sant'Andrat, Sant'Andrea di Barbarano, Sant'Andrea di Casacorba, Sant'Andrea di Cavasagra, Sant'Andrea di Codiverno, Sant'Angelo di Sala, Sant'Anna di Cittadella, Sant'Artien, Santa Bona, Santa Colomba, Santa Croce Bigolina, Santa Eufemia, Santa Lucia, Santa


Margherita, Santa Maria la Longa, Santa Marizza, Santa Sofia, Santi Quaranta, Savazza, Savorgnano, Scandolara, Sedico, Selva di Badia, Selvana, Semonzo, Seren, Serravalle, Sesto, Settimo, Sevegliano, Silvana, Silvana e Spineda, Solana, Soligno, Sommariva, Sona, Spinea, Spineda, Spresiano, Stanghella, Stella, Stra, Sumaga, Susigana.

Taibon, Taiè, Teggi, Teolo, Terradura, Terzo, Tesis, Tezze, Tolmezzo, Tombolo, Torcello, Torre di Mosto, Torre Roman, Torreano, Treville, Treviso, Treviso (Porta S. Tommaso).

Udine.

Vacile, Valbona, Val di Savazza, Valdobbiadene, Valgrande, Valla, Val Lanzetta, Valle Agordo, Valli dell'Anconetta, Val Slibio, Valvasone, Varmo, Vazzola, Vencao, Vencò, Venda, Vendoglio, Vespara e Persiana, Vicariato di Teolo, Vighizzolo, Villa Bozza, Villa del Conte, Villa della Fiera, Gulla, Mira, Morta, Rasa e S. Sofia, Villa delle: Guizze, Villa di: Arsiè, Batta, Belvedere di Cittadella, Boccon, Brazzo, Busiago, Calaone, Camolino, Campo, Cancello (Este), Canfriolo (Cittadella), Carbonara, Carbonera di Treviso, Caselle, Caup, Cavaso, Chiavis, Fiesso, Galiera, Lissaro, Loreggia, Lobia, Loreggiola, Mazzorno, Montinello, Onara, Paviola, Poisol, Ponso, Povegiola, Ronchi, Rovere, Rugoletto, Rustega, S. Giorgio, Selvana, Solzano, Spine (Oderzo), Strà, Tarnai, Tombolo, Valle Arquà, Vigian, Vigonza, Villa, Villafranca, Villa Gaetana, Villa Gioma, Villa Guattera, Villa Nemegio (Feltro), Villanova, Villapiana, Villarazzo, Villa S. Bartolomeo, Villa S. Zenone, Villorba, Visnadello, Visnà (Belluno), Visone, Voltago.

Zoccoli, Zoldo, Zoppola Marzinis.

DISEGNI ESISTENTI NELL'ARCHIVIO DEI PROVVEDITORI SOPRA BENI INCULTl (VICENZA E BASSANO)

Abbazia, Aldega, Alonte, Alta Villa, Altissimo, Ancignano, Anconetta, Angaran, Armedola, Arsiero, Arzignano, Asegliano.

Badia di Chiupese, Bagnollo, Baldarete, Barbano, Barbarano, Barche, Barcon Rio Fosco, Bassano, Belvedere, Berico Monte, Bertesena, Bertesena, Bevador, Bevilacqua, Biron, Boldare e Boldarete, Bolzan, Polzan e Pogianella, Bolzano, Bolzano Vigardolo, Bonoli, Breganze, Brendola, Bressanvido, Brogliano e Trissine.

Caldogno, Callonica Lanzè, Calonega, Caloneghe, Caltran, Calvene, Camazzole, Camisan, Camisano, Campagnetta, Campedello, Campese, Campiglia, Campolongo, Canfriolo, Canonica, Canton, Carmignan, Carré, Cartigian, Cartigliano, Cartignan, Carturo, Cà Salatina, Casalberghe, Casale, Cà Salvadeghe, Casola, Castagnamoro, Castagnaro, Castelfranco Codego, Castel Gomberto, Castelletto di Breganze, Castelnovo, Castelnovo e Caldagno, Castelvecchio, Castion, Catonica, Cavalon, Cavazzole Centrale Carrè, Cercedo, Cereda, Cereda Cornedo, Chiampo, Chiupan, Chiuppano, Chiuppese, Cismon, Cittadella, Cogollo, Cologna, Colonega, Coltran, Coltrano, Coltura, Coltura di Campodello, Colture al Laghetto, Coltura di Lisiera, Coltura di Santa Croce, Colzè, Comun di Barche,


Contrada della Leva, Contrada della Merlara, Cornedo, Costafabbrica, Costoza, Creazzo, Cresole.

Due Ville.

Enego.

Farra, Favalina, Favellina, Fortelongo, Friola.

Gabbia, Gaianigo, Galproto, Grumolo, Grantorto, Gambellara, Gambugliano, Ganzerla, Ganzuolo, Gazzo, Godego, Gogna, Grancona, Grantorto, Grisignano, Grossa, Grumolo delle Badesse, Gualda.

Isola.

Laghi Comune, Lanze, Lanzè, Lapio, Lelio, Leria, Lerino, Leva, Liguzzano, Lisiera, Lobia, Lonedo, Longa, Longare, Lonigo, Lovolo, Lugo, Lumignano, Lupia.

Maddalena, Magrè, Maianigo, Malerbe, Malo, Marano, Marano e Braganze, Marchesani, Marola, Marostica, Mason, Mazo, Mazzan, Meledo, Molina e Moran, Molvena, Montebello, Montecchio Maggiore, Montecchio Precalcino, Monte Creazzo, Monte di Malo, Monte di Magrè, Montegaldella, Montemezzo, Montereale, Monteviale, Monticello, Montichiollo, Montinello, Mont'orso, Morachin, Mossano, Motta, Mutinello, Muzzolon e Cornedo.

Nanto, Nanto e Castagnaro, Nesolo, Novale e Valdagno, Nove, Noventa, Novolledo.

Oliero, Orgiano, Ospedaletto, Ospitale di Brenta.

Pescara, Pianezze, Pila, Piovene, Poiana, Poianella, Polegge, Porciglia e Sandrigo, Povolaro, Pozzo, Pre, Prigioni, Primolano, Pusterla.

Quinto.

Rampazzo, Rampesana, Recoaro, Rettergole, Rio Fosco, Riva di Breganze, Riviera e Quinto, Rivoltella, Ronco e Gualda, Rosà, Rossano, Rovegliana, Roveredo, Rovrè.

Sagianega, Saicedo, Sandrigo, San Felice, San Floriano, San Fortunato di Bassano, San Germano, San Giovanni Illarione, San Lorenzo, San Martino di Lupari, San Pietro Engù, San Pietro Engù e Pozzo, San Pietro Mussolino, Sant'Agostino, San Tonio, San Vito, San Zeno, Santa Croce, Sant'Eufemia, Santa Lucia, e Sabiabona, Sant'Orso, Santa Maria di Camisano, Sarcedo, Sarego, Sarmego, Sassan, Sasso di donna Berta, Saviabona, Scaldaferro, Schiavon, Schio, Sette Cà, Soella, Solagna, Sommacampagna, Sorio, Sossano, Sorizzo, Spessa, Spoliviera.

Tezze, Thiene, Toara, Torbole, Torre di Belvicino, Torre del Confine, Torresina, Tretto, Treville, Trissino, Trissino e Brogliano.


Val Calda, Valdagno, Val di Filippi, Val di Trissino, Val Grande, Valle Bettule, Valle dei Conti, Valle dei Signori, Valle (Comune di), Valle Sarego, Valmarana, Val Piccola, Valstagna, Valsugana, Vancimuglio, Vanzo e Camisano, Vanzo Poiana di Granfion, Vicariato di Lelio, Vicenza, Vigarolo, Villa Armedola, Villa Casalatina, Villa di Alonte, Villa dei Signori, Villa del Ferro, Villa della Canonica, Villa Longa, Villa della Rosà, Villa di Villalta e Canonica, Villa Vivaro, Villa Zumignana, Villaga, Villalta, Villa Piovene, Villa Verla, Ville della Friola, Vivaro e Due Ville.

Zermeghedo, Zossan, Zovencedo, Zugliano, Zunignana.

DISEGNI ESISTENTI NELL'ARCHIVIO DEI PROVVEDITORI SOPRA BENI INCULTI

(VERONA, BERGAMO, CREMA, COLOGNA, CREMONA)

Adige, Affi, Albana, Albare, Albaredo, Angiari, Arbizzano, Arcole, Arsiè, Aselogna, Asparetto, Avesa, Azzano.

Bagni, Bagnolo, Balderia, Balzarina, Bardolino, Battagiola, Becca Civetta, Belfiore, Belgioioso, Bevilacqua, Bionde, Boccare, Boglio e Rampin, Bogliano, Bognol di Nogarole, Bonalbergo, Bonavigo, Bonferrato, Borghesana, Borgia, Bovolino, Bovolone, Bozzolo, Braga, Brognoligo, Brugnolo, Burre, Busolo, Bussedo, Bussolengo, Buzelle, Butta Pietra.

Cabianca, Caborselle, Cadarman, Ca di David, Ca del Ferro, Ca di Campagna, Ca di Mazè, Ca degli Opi, Cagnola e Bionde, Calcinaro, Caldiero, Campagnola, Campalano, Campeggio, Campisico, Campo alto, Campo Longo, Canal, Cancello, Caneviera, Cantarana, Caprino, Carpi, Cariano, Casale, Casaleone, Caselle, Casier, Castagnaro, Castagnè, Castagnetto, Castel d'Azzano, Castellaro, Castelletto, Castenuovo, Castel Rotto, Castion, Cavaion, Cavalcaselle, Cavallo, Cavalpon, Cavolo, Cazzano, Centagran, Centro, Cerea, Cergiago, Chiero, Ciccasoldo, Ciringhello, Creda, Cucca, Custosa, Colà e Ronchi, Cologna, Colognola, Conca Marise, Contrada del Bo, Contrada delle Boccare, Contrada di Campo marzo, Contrada delle Contarene, Contrada di Castagnetto, Contrada del Corno, Contrada della Crocetta, Contrada di Fausto, Contrada delle Ferrazze, Contrada delle Fontanelle, Contrada delle Formiche, Contrada della Fornace, Contrada delle Fratte, Contrada della Maddalena, Contrada della Mira, Contrada di Monte, Contrada di Montevigo, Contrada di Morone, Contrada del Palustello, Contrada delle Pezze, Contrada della Pila, Contrada di Pompagiani, Contrada di Prà di Palù, Contrada di S. Maria, Contrada di S. Stefano, Contrada di Scovener, Contrada della Sengia, Contrada della Servara Montecchia, Contrada di Stagnar, Contrada di Trignon, Contrada Valarga, Contrada di Vallon, Contrada delle Vene Pesana, Copedello, Corezzo, Coriano nel Colognese, Corte Alta, Corte di Mondragone Lazise, Corte di Nogarole, Costermano, Costiolo, Costozza, Creda, Cucca.

Fagnano, Fatolè, Fenilgrande, Fibbio, Finetti, Fontana, Fontanelle Pogliano, Fontanelle S. Stefano di Fuori, Formighè, Fracazzole, Fumane, Fura.

Gaione, Garda, Gargagnano, Gazzo, Giaon, Gorzon, Grespana, Grezzana.


Illasi, Incaffi, Incanal, Isamo, Isola Alta, Isola della Scala, Isola Porcarizza.

Lazi, Lavagno, Lazise, Legnago, Leppia, Levada, Lindenara e Formighè, Lioncello e Cagnola, Lonigo, Leogrosso, Lubbiana.

Maccacari, Madonna e Montorio, Magrano, Malavicina, Malcantone e Buttapietra, Mambrotta, Manerba, Mantica, Marano, Marcellise, Marcemigo, Marchesa, Marostica, Marzago, Marzana, Maserà e Maran sotto Settimo, Maserugo, Mazzagatta, Mazzurega, Menago, Menerba, Mercalco, Mezzane, Mincio, Minerbe, Mira, Mizzana, Mizzole, Montebello, Montecchia, Monte delle Fontane, Monteforte, Montodine, Montorio, Monzambano, Moratica, Morari, Motta, Movegliolo e Cerea, Mozzecane, Mugnano, Mure, Muzzolon, Mussolente ed Asolo.

Nascente, Negraro, Nichesola, Nogara, Nogarole, Novara (Novaglia), Novale, Offio, Olivè, Ongiano, Onigo, Oppeano, Opi, Orti, Osio, Ospitaletto.

Pacengo, Palazzolo, Palù, Pantera e San Martino, Parona, Pasquaro, Passerino, Pastrengo, Pauletta e Caprino, Pecano, Pelantina, Pellegrina, Perarolo, Persano, Pesana, Pescantina, Peschiera, Pesina, Piano di Lavagno, Piatton, Piavezzano, Pigozzo, Pinzano, Piovesano, Pisona, Poggiana, Poiana, Polesella, Pomelon, Ponte, Pontepassero, Pontepasquaro, Ponti, Ponton, Porcarizza, Porcile, Porto nel Terrazzo, Postuman, Povegliano, Pozzolongo, Pozzormartino, Pradelle, Preabecco, Presaco, Prun.

Quinto, Quinzano.

Rabbiosa Bevilacqua, Raldon, Rampino, Rambonica, Rivoli, Romagnano, Ronca, Ronchezone e Zevio, Ronco, Ronca, Roverchiara.

Saletto, Salettuol, Saline e Lazise, Salizzole, Salò, San Bonifacio, Sant'Ambrogio di Valpolicella, Santa Maria, S. Donà, Sandrà, S. Floriano, S. Giacomo di Palazzolo, S. Giorgio, S. Giovanni, San Giovanni Lupatoto, Sanguinetto, S. Lazzaro, S. Martino, S. Massimo, San Michele, S. Nazaro, S. Pietro Incariano, S. Silvestro, Sant'Alberto, Santa Sofia, Santo Stefano, San Vito, S. Vittore, S. Zeno, S. Zenone, Sarego, Saval, Scardevara, Settimo, Sieraltico, Soave, Solesola, Sommacampagna, Sona, Sorgà, Spinimbecco, Stallavena, Stelle, Susana.

Tarmassia, Tavole, Terra, Terrazza, Tomba, Torbi, Torcolano, Tormighisi e Povegliano, Torre di Campo Marzo, Torzi, Tregnago, Tremolle, Trevenzuolo, Trezzolano, Trivelli.

Vaccarile, Val di Garda, Valdoneghe, Valeggio, Val di Ciprino, Valese, Valfumane, Vallargne, Valle di Zilogna, Valletta, Valon, Valpantena, Valpolicella, Vangadizza, Vergotara, Vello, Vendri, Venero, Verona, Vertua e Valese, Via drio Riva, Vigasio, Vigo, Villa Bartolomea, Villabella, Villabona, Villa del Ferro, Villa Fontana, Villafranca, Volargne, Volon.

Zago, Zera, Zen in Mozzo, Zevio, Zimella, Zosana e Tomba, Zurlare.


ESECUTORI CONTRO LA BESTEMMIA

I tre esecutori contro la Bestemmia, detti pure Difensori in foro secolare delle leggi di Santa Chiesa e Correttori della negligenza delle medesime (parte del Senato 17 agosto 1759), furono istituiti nel 1537.

Nella materia ad essi affidata erano stati competenti in un primo tempo i Signori di Notte al Criminal, ed in seguito il Consiglio dei X, in unione, sotto certi riguardi, agli Avogadori di Comun, e senza che per altro ai primi fosse tolta del tutto ogni ingerenza in materia.

Ebbero competenza a giudicare, con lo stesso rito e con la stessa autorità del Consiglio dei X, i reati di bestemmia e di turpiloquio, le profanazioni di luoghi sacri, le deflorazioni di vergini con promessa di matrimonio, il lenocinio, i giuochi illeciti, e, in conseguenza, dovettero sorvegliare i Casini o case da giuoco, proibiti dal Consiglio dei X fino dal 1599. Vigilavano le osterie perché non si facesse uso di carne nei giorni proibiti ed avevano una certa giurisdizione sui forestieri e ebrei per la tutela dell'ordine pubblico. Nel 1608 fu ad essi altresì attribuita competenza insieme ai Censori in materia di scommesse che si facessero in occasione delle elezioni del Maggior Consiglio. Esercitavano pure un certo controllo sulla pubblicazione dei libri. Punivano dal 1641 i cristiani che avessero avuto rapporti carnali con donne ebree ed infine rivedevano in appello le sentenze emesse dal Magistrato della Sanità in materia di meretricio e quelle dei Rettori di Terraferma nei reati di bestemmia. Ad essi era affidata la nomina di due Capi per ogni contrada, obbligati di avvisare le guardie della Piazza Ducale di ogni misfatto o mormorio sedizioso.

Nel 1583, quando si impose ai forestieri di denunziare la loro dimora in città a questi ufficiali, il loro numero fu portato a quattro.

Capitolari (1523-1794), 2; Notatorio (1542-1774), 5; Terminazioni (1593-1614) e Raspe (1548-1796), 11; Processi (1662-1837), 53; Banditi (1657-1696), 1; Licenze di stampe (1620-1626), Ordini, mandati e scritture (1774-1797), 1; Proclami (1627-1687), 1.

Parti, proclami e leggi a stampa (1548-1796), terminazioni (1693), scritture (1686-1701), suppliche (1600-1794), lettere a Vicenza (1572-1640), citazioni (1754), sentenze (1651-1788), proclami (1704 e 1713), note dei forestieri (1608), note dei morti a causa di ferite (1719-1733), note dei capi contrada, atti circa alcune arti esercitate in Venezia dai Grigioni e Protestanti (sec. XVIII), atti circa la licenza di stampa dell'opera «La storia del popolo di Dio» del P. Beruvier (1760), ecc., 2.

Complessivamente pezzi 76 dal 1523 al 1837.

Cfr.: A. S. V.: Indice 5-II.


PROVVEDITORE SOPRINTENDENTE ALLA CAMERA DEI CONFINI

In epoca non precisata fu istituita nella Secreta una camera apposita per la custodia delle carte e dei disegni riguardanti i confini dello Stato. Ad essa fu destinato dapprima un segretario, il quale nel 1675 fu incaricato di registrare, con l'aiuto di due segretari della Cancelleria Ducale, i decreti del Senato nella materia dei confini dal 1644 in poi, affinché prontamente potessero consultarsi.

Nel 1676, rendendosi necessaria l'istituzione di un apposito magistrato per la cura di così gelosa materia, fu eletto un Provveditore Soprintendente alla Camera dei Confini, al quale fu dato incarico di rivedere e di regolare le scritture riguardanti i confini dello Stato, di farsi inviare dalle città di Terraferma quelle che non si trovassero nella Camera, di conservare gli atti deliberati al riguardo dalla Repubblica, di rivedere in fine i disegni delle fortezze.

Fu posto alle dipendenze del Senato, a cui esponeva di tempo in tempo il suo operato e a cui proponeva le deliberazioni che gli sembravano opportune.

In ogni città di confine vi erano poi speciali Provveditori, scelti dal Collegio, su proposta del Rettore, fra i cittadini del luogo, e confermati dal Senato.

(Cfr.: Adami V.: I magistrati ai confini nella Repubblica di Venezia. Grottaferrata, 1915).

Gli atti sono distribuiti secondo le seguenti voci: Generali (1420-1798), Bergamo (1428-1796), Brescia (1358-1796), Crema (1379-1796), Dalmazia (1503-1798), Friuli e Belluno (925-1798), Istria (1273-1796), Polesine (945-1798), Verona (1325-1798), Vicenza (1327-1798), Parma e Toscana (1687-1689), Navigazione dell'Adriatico (1111-1751), Tartaro (1598-1798), Criminali (1588-1796), Posta (1578-1796), e formano complessivamente, compreso l'indice del 1703, pezzi 317.

I disegni sono distribuiti secondo le seguenti voci: Bergamo, Brescia, Crema, Dalmazia, Friuli, Istria, Padova, Polesine, Tartaro, Verona (fra questi si conserva il disegno della linea confinaria stabilita fra Austria e Sardegna sul Mincio nel 1860), Vicenza, e formano complessivamente, pezzi 28, compreso l'indice del 1763 (1628-1860).

Cfr.: A. S. V.: Indici 74-II e 210-II.


CENSORI

La prima legge veneta sui brogli elettorali pare risalga al 1303. In principio le leggi in tale materia venivano applicate dal Consiglio dei X con gli Avogadori di Comun e col Minor Consiglio. Nel secolo XV venne affidata la loro esecuzione anche agli Auditori nuovi e vecchi. Solo nel 1517 si istituì una speciale magistratura composta di due nobili detti Censori che venivano eletti dal Maggior Consiglio e che dovevano inquisire prima e dopo le elezioni sopra denuncia di almeno due testimoni e dar corso anche alle denunce segrete. Giudicavano i reati di loro competenza e se le loro sentenze erano dettate all'unanimità le pene potevano essere applicate senza il concorso di altre magistrature. Tale fu il rigore dei primi eletti, specialmente contro i patrizi della classe più elevata, che ne seguirono dei disordini, in seguito ai quali il Maggior Consiglio nel 1521 decise la loro soppressione, investendo gli Avogadori di Comun delle loro funzioni. Dopo tre anni però, essendosi sempre più moltiplicati i brogli elettorali, la magistratura fu ristabilita, annullandosi anzi il rito dell'accusa necessaria e stabilendosi che potesse agire ex officio. In appresso i Censori furono investiti della giudicatura sopra i salari dei servitori, sopra le scommesse e sopra i reati commessi dai gondolieri. Nei 1762 l'arte vetraria passò dalla dipendenza del Consiglio dei X alla loro unitamente alle arti degli specchieri, dei margariteri e dei perleri, e l'anno seguente per la sorveglianza sull'arte vetraria venne anzi aggiunto ai due Censori un altro, l'aggiunto Inquisitore, eletto dal Senato.

(Cfr.: Pilot A.: Ancora del broglio nella Repubblica veneta, in «Ateneo Veneto», 1904, XXXII, 2°.

Pilot A.: Un capitolare inedito contro il broglio, in «Ateneo Veneto», 1923, XXVI).

Capitolari (1517-1790), Decreti (1509-1797), Scritture (1770-1780), Suppliche (1750-1797), Lettere di vari magistrati (1775-1797), Lettere dei rappresentanti (1676-1797), Lettere (1785-1796), Costituti (1554-1797), Scritture in causa (1646-1797), Processi (1666-1796), Sentenze (1761-1797), Sentenze, costituti e riferte (1561-1761), Riferte (1765-1796), Informazioni (1719-1796), Giuramenti (1785-1797), Arte vetraria: capitolare (1689-1796), atti e terminazioni (1707-1797), stampe, Arte dei perleri: capitolare (1766-1768) e altri atti (secc. XVI-XVIII), Arte degli specchieri, Arte dei margariteri: capitolare (1768), Resoconti (1718-1797).

Complessivamente pezzi 48 dal 1509 al 1797.

Cfr.: A. S. V.: Indice 133-II.


PROVVEDITORI DI COMUN

I Provveditori di Comun furono istituiti in numero di tre nel 1256 ed ebbero, fin dall'inizio, ingresso nel Maggior Consiglio e nel Senato, con diritto di voto in quest'ultimo dal 1311.

La loro incombenza principale era la sorveglianza e la cura della mercatura, nella quale materia avevano anche giurisdizione criminale. Per tale oggetto erano a contatto con i Consoli dei Mercanti, insieme ai quali preparavano i progetti da presentarsi in Senato.

Nel 1277 fu posta sotto la loro presidenza l'arte della lana, a cui vennero poi aggiunte man mano tutte le altre a questa connesse; indi le arti della seta e dell'oro; le associazioni dei barcaiuoli dei traghetti; l'arte vetraria, su cui aveva l'alta ispezione il Consiglio dei X; il collegio dei medici e dei chirurghi; l'ufficio dei corrieri ed infine tutte le scuole, ad eccezione delle scuole grandi.

Essi avevano inoltre cura delle strade pubbliche, dei ponti, delle fondamenta, dei canali piccoli; davano il permesso alle navi di partire da Venezia (dal 1569), inquisivano sui naufragi.

Un altro importantissimo incarico loro affidato fu quello della concessione della cittadinanza per privilegio ai forestieri.

Pergamene (1508-1684), 1; Capitolari (1272-1716), 3; Raccolta di leggi e terminazioni a stampa (1508-1768), 2; Decreti (1751-1797), 1; Scritture (1562-1737), 4; Atti (1518-1797), 29; Atti e lettere (1520-1527), 1; Lettere (1631-1797), 4; Suppliche e risposte (1699-1765), 2; Costituti (1720-1780), 1; Stampe in causa, 2; Privilegi di cittadinanza (1651-1797), 1; Edilizia (1602-1797), 13; Arti (1480-1797), 8; Scuole (1690-1797), 50.

Complessivamente pezzi 121 dal 1272 al 1787.

Cfr.: A. S. V.: Indice 109-II.


CONSULTORI IN JURE

I consultori erano tre e precisamente: un consultore di Stato o in jure, un teologo canonista e un revisore delle carte provenienti dalla Curia romana.

Il consultore di Stato, di uso antichissimo, fu stabilito permanentemente in virtù di un decreto del Maggior Consiglio del 1301, col compito di fornire al bisogno il lume della propria dottrina ed esperienza al governo. La sua elezione fu dapprima demandata al Doge e ai suoi Consiglieri, ora in via di semplice proposta, ora in via deliberativa; nel 1541 passò al Consiglio dei X e infine al Senato.

Il teologo e consultore canonista fu istituito per la prima volta nella persona di fra Paolo Sarpi, nella congiuntura dell'Interdetto, nella quale si sentì vivo il bisogno di un ecclesiastico dotto in teologia e in diritto canonico, che potesse illustrare il governo in dette materie. Ad esso fu dato un coadiutore, il quale nel 1656 venne separato dal teologo, ottenendo come propria stabile funzione la revisione dei brevi e di altre carte provenienti dalla Curia romana e la materia dei possessi temporali dei benefici ecclesiastici. Entrambi erano eletti dal Senato.

L'Archivio importantissimo contiene:

Scritture, opere manoscritte ecc. dei Consultori Co: G. M. Bertolli, fra G. P. Bortoletti, p. Paolo Celotti, fra Celso, p. Francesco Emo, p. Enrico Fanzio, fra Fulgenzio, Gaspare Lonigo, Michele Lonigo, Antonio di Montegnacco, fra Paolo Sarpi, Donà Tosetti, Servilio Treo, fra Odoardo Maria Valsecchi ecc.

Processi ecclesiastici.

Carte relative ad Aquileia (questa serie contiene un'importante raccolta di diplomi imperiali e di antichi privilegi di Aquileia dal 787 al 1486).

Carte relative a Ceneda.

Carte e scritture relative alle abbazie di Vangadizza, Rosazzo, Sesto, Santa Giulia di Brescia, della Chiesa metropolitana di Candia, ai Minori Osservanti del Redentore in Dalmazia, ai Padri Conventuali di Rovigo, ai Cistercensi di S. Michele di Murano, alla Chiesa della Salute di Venezia, al convento di S. Giustina di Padova, ai Gesuiti, a diocesi dello Stato veneto, a commende, alle chiese dei Greci, a iuspatronati e benefici ecclesiastici, alla Chiesa di S. Marco e ai diritti del Doge su di essa.

Miscellanea di materie ecclesiastiche.

Copie di trattati.

Materie politiche legali esterne e interne.

Relazioni di conclavi di Pontefici.

Molti altri atti, opere manoscritte, ecc.

Complessivamente pezzi 576.

Cfr.: A. S. V.: Indice analitico (154-II), Indice per materia (160-II), Indice dei diplomi e dei privilegi di Aquileia (129-II), schedario (incompleto).


INQUISITORI SOPRA L'UNIVERSITÁ DEGLI EBREI

E' ben noto quale alterna vicenda di odi e di favori abbiano subito in ogni Stato gli ebrei: né Venezia, sotto questo punto di vista fu un'eccezione. Ricorderemo solo che nel 1534 gli ebrei furono autorizzati a costituirsi in una Università, che fu resa responsabile degli obblighi finanziari dei singoli membri.

Sull'Università, condotta quasi a rovina per gli eccessivi debiti, nel 1722, fu imposta la vigilanza di tre magistrati, detti Inquisitori sopra l'Università degli ebrei. Dovevano essi sopra tutto vigilare e regolare l'amministrazione dell'Università ebraica, perché essa meglio assolvesse i suoi obblighi pubblici e privati.

Decreti e terminazioni (1722-1797), 5; Leggi e decreti sugli Ebrei (secc. XV-XVIII), 1; Terminazioni per lievi di mandati (1763-1773), 1; Libro Accordati e libro Hebreorum (terminazioni, costituti e riferte) (1743-1791), 1; Scritture (1722-1796), 3; Lettere dei pubblici Rappresentanti all'Inquisitorato (1722-1776), 8; Informazioni dei pubblici Rappresentanti circa Ebrei forestieri (sec. XVIII), 1; Multorum (1700-1797), 5; Costituti (1756-1797), 1; Processi (secc. XVI-XVIII), 9; Pubbliche prestanze (1770), 1; Contratti di banchieri ed elezione di ministri attinenti ai banchi (1780-1796), 1; Casi, giudizi e privilegi a favore degli Ebrei (secc. XV-XVIII), 2; Documenti diversi (fedi, suppliche, informazioni, contratti e testamenti) (1314-1801), 10; Documenti sugli Ebrei di Padova (1756-1785), 1; Carte relative alla condotta degli Ebrei ed altre varie (1589-1787), 1; Registri di cassa ed altri atti di contabilità (sec. XVIII), 2; Miscellanea, 2.

Complessivamente pezzi 50 dal 1314 al 1801.

Cfr.: A. S. V.: Indice 97-II.


SAVI ALL' ERESIA

Già dal principio del secolo XIII esisteva in Venezia un magistrato contro l'eresia, e propriamente super patarenos et usurarios, ma è del 1249 l'istituzione della speciale magistratura dei tre Savi, cui era demandata l'inquisizione sugli eretici con la potestà massima di punire col fuoco quelli che risultassero tali. Ciò però non poteva avvenire se non d'accordo con i due Consigli Minore e Maggiore e con sentenza di questi e del Doge, funzionanti da veri giudici. I tre Savi erano eletti dal Doge fra i patrizi più atti per pietà religiosa e probità, e a lui, entrando in carica, prestavano giuramento di non celare cosa alcuna relativa all'ufficio e di non farne alcuna senza ordine suo o del Senato. Non essendosi ancora introdotto il Sant'Ufficio in Venezia, i sospetti di eresia o denunziati per tali erano dai Savi sottoposti all'esame del Patriarca di Grado, del vescovo di Castello e degli altri vescovi del Dogado, ma restava fondamentale la funzione di controllo del Veneto magistrato sull'operato degli ecclesiastici in sì delicata materia.

Questa funzione importantissima per la quale l'Inquisizione religiosa in Venezia ebbe un proprio carattere e una ben nota moderazione, fu conservata anche dopo l'istituzione del Sant'Ufficio che avvenne il 1289: i tre Savi infatti dovevano essere presenti per tutti gli atti del Sacro Tribunale, che altrimenti erano nulli ipso iure. Avevano potestà di sospendere o impedire l'esecuzione delle sentenze, quando le ritenessero contrarie alle leggi, alle consuetudini o alle istruzioni del governo ed inoltre il diritto e il dovere di eccitare all'azione gli Inquisitori che trascurassero la loro missione. In seguito, intensificatasi l'attività del Sacro Tribunale per il pericolo della Riforma, fu accresciuta l'importanza del Magistrato all'Eresia con un aumento dei suoi poteri. Così, per non ricordare che le riforme più importanti, con decreti del Senato 1560, 1567, 1589, fu stabilito che non potessero estradarsi rei di delitti ereticali commessi altrove, né inviarsi alcun processo senza averne avvisato preventivamente la Signoria; con decreti 1609 e 1613 fu fatto obbligo ai tre Savi di assistere ad ogni processo in tutti i suoi momenti e a tutti gli atti che vi si facessero. Ed era anche dovere giuridico dei Savi non permettere agli Inquisitori di procedere in casi nei quali non vi fosse manifesto indizio di eresia e di avvisare il governo quando fosse necessario provvedere a un nuovo Inquisitore.

Processi (1541-1597, 1607-1610, 1613-1726, 1728-1732, 1734, 1736, 1738, 1740-1742, 1744, 1747, 1750-1759, 1762-1768, 1770-1789, 1791, 1793-1794), 150; Registri di processi (1551-1571), 2; Indici dei processi (1556-1793), 1; Decreti del Maggior Consiglio, del


Senato, del Consiglio dei X e scritture dei Consultori in jure (1289-1788), 1; Lettere dei Rettori (1766), degli Inquisitori in Terraferma (1641-1649) e lettere ai Rettori (1539-1788), 1; Documenti relativi all'Inquisizione e alla legislazione ecclesiastica nel dominio della Repubblica veneta, tratti dai fasci di lettere secrete ai Capi del Consiglio dei X (1483-1792), 4; Elenco degli inquisitori domenicani (1560-1755), nomine di vicari in Terraferma e altri atti vari dal 1312 al 1797, 5.

Complessivamente pezzi 164 dal 1289 al 1797.

Cfr.: A. S. V.: Indice 199-II.


PROVVEDITORI SOPRA FEUDI

La legge veneta più importante in materia feudale è certamente quella del 1586, che regolò completamente l'argomento. Fu appunto dopo la promulgazione di questa legge, che si venne all'elezione di tre officiali col titolo di Provveditori ai Feudi, i quali dovevano istruire le pratiche relative alle investiture; queste poi venivano compiute dal Pien Collegio.

Nel 1616 il loro numero fu portato a cinque e nell'anno successivo si attribuì agli stessi Provveditori la facoltà di concedere l'investitura, restando però sempre negli investiti l'obbligo di prestare giuramento nelle mani del Doge. Anzi per i feudi semplici, tale giuramento si prestò dal 1625 davanti agli stessi Provveditori, ad eccezione degli investiti di beni censuali, livellari ed enfiteutici, siti nel Friuli e nel Polesine; nel primo era competente il Luogotenente di Udine, nel secondo il Magistrato sopra camere.

Le cause feudali giudicate dai rappresentanti locali venivano portate in appello ai Provveditori e da questi ai XX Savi del Senato, solo se la loro sentenza fosse stata discorde da quella pronunziata in prima istanza. Imponevano la tassa feudale, vendevano i beni feudali, e nel 1652 ebbero competenza anche sui feudi ecclesiastici.

Nel 1667 il loro numero fu riportato definitivamente a tre.

Catastici delle provincie della Terraferma, dell'Istria, della Dalmazia, delle Isole, dei feudi ecclesiastici, dei beni feudali del Doge nella Patria del Friuli, della famiglia Cittadella d'Ongara, della contea Marcolini, della baronia Viaro (poi Marcello) in Corfù, della baronia Corner, ecc.

Decreti (1247-1790), parti secrete (1753-1770), notatorio (1587-1797), scritture (1588-1797), terminazioni, proclami e sentenze (1588-1797), sentenze e spedizioni (1646-1797), interdetti, appelli e spedizioni di sentenze (1628-1797), lettere dei Rettori (1587-1797), lettere ai Rettori (1587-1797), lettere del Collegio (1680-1713), suppliche (1601-1791), polizze d'incanto, mandati (1625-1792), stampe feudali, scritture in causa (1603-1797).

Titolati e libro d'oro dei veri titolati.

Investiture (1586-1797), investiture vescovili (1630-1785).

Regalie al Doge (1630-1782).

Beni confiscati e dati in feudo (1551-1727).

Tasse militari sui feudi a causa di guerre (secc. XVII-XVIII).

Feudi ecclesiastici (secc. XVII-XVIII).

Atti vari (sommari, libri, cassier, scontri, partite di zecca, costituti, processi ecc.).

Disegni.

Complessivamente pezzi 1189.

Cfr.: A. S. V.: Indici 4-II, 176-II, 178-II.


Libro Aureo Dei Titolati:

Abbazia di Rosacis (Udine), Abriani (Padova), Adimari (Treviso), Agapito (Capodistria), Agosti (Bergamo), Agosti (Marca Trevisana), Albani (Bergamo), Albani (Brescia), Alberghetti (Bergamo), Alberti Cermison (Verona), Albrizzi (Venezia), Alcaini (Venezia), Aleardi (Bergamo), Aleardi (Verona), Alessandri (Bergamo), Alessandrini (Treviso), Algarotti (Venezia-Bergamo), Allegri (Asolo), Allegri (Verona), Altan (Friuli), Ambivere (Bergamo), Amigoni (Udine), Andreuzis (Udine), Andrighetti (Padova), Andrighetti (Venezia), Angeli Flavia Comnena (Venezia), Angeli Flavio Comneno (Venezia), Angelini (Bergamo), Anguissola (Vicenza), Antonini (Udine), Antonini (Udine-Cesana), Antonini e Pianesi (Udine), Anzelli (Crema), Apostoli (Venezia-Padova), Archetti (Brescia), Arcani (Udine), Arigoni (Vicenza), Arnaldi (Vicenza), Arrigoni (Venezia), Asperti (Bergamo), Asquini Fagagna (Udine), Attimis (Cividale del Friuli), Avanzetti (Venezia), Avanzo (Pordenone), Avogadri (Brescia), Avogari (Treviso).

Badini (Pordenone), Bagata (Verona), Bagnati (Bergamo), Balbi (Veglia), Balladoro (Verona), Balsamo (Zante), Balsarini (Parenzo in Istria), Balucante (Brescia), Balzano (Patria del Friuli), Banchieri (Venezia), Banda (Verona), Barbi (Cividale di Belluno), Barbieri (Bassano o Vicenza), Barcelloni Corte (Belluno), Baretta (Udine), Barisoni (Padova), Bartoli (Venezia), Bartoluzzi (Udine), Barziza (Bergamo), Barziza (Verona e Bergamo), Bassan (Padova), Bassan Dondonimi (Verona), Battiala (Istria), Beich (Dalmazia, Parenzo), Beffa Negrini (Asola Bresciana), Belgrado (Udine), Bellati (Feltre), Bellaviti (Bassano), Beltrame (Friuli), Beltrame (Patria del Friuli), Beltramini Mazzi (Marca Trevisana), Benagli (Bergamo), Benedetti (Spalato), Benvenuti (Crema), Benzon (Venezia), Benzoni (Venezia), Berizzi de Bolis (Bergamo), Berlendis (Venezia), Bernardi (Venezia), Bernardo (Venezia-Padova), Berssatich (Dalmazia), Bertoli (Udine), Bertoli (Vicenza), Bertolini (Udine-Cividale), Bertolini (Verona), Bertoncelli (Vicenza), Bertoni (Marca Trevisana), Bettame (Bergamo), Betti (Verona), Bettoni (Salò), Bevilacqua (Verona), Bevilacqua-Lazise (Verona), Bia (Padova), Bianchini (Verona), Bianchini (Zara), Biscucchia (Cattaro), Bissari (Vicenza), Bocchina (Capodistria), Bon (Verona), Bona Girolamo (Brescia), Bonagli (Brescia), Bondenti (Crema), Bonini Longaré (Vicenza), Bonometti (Bergamo), Benzi (Crema), Bercich (Dalmazia), Borelli Zavoreo Feltri (Zara), Borini (Padova), Borisi (Capodistria), Boromei (Padova), Borromei (Padova), Bosichi (Morea), Boza e Poleni (Venezia-Padova), Brandolin (Treviso-Venezia), Branzo de Loschi (Vicenza), Brasco (Vicenza), Brazzà (Patria del Friuli), Brembati (Bergamo), Brentan (Padova), Brenzon (Verona), Bresciani (Bergamo), Brighenti (Brescia), Brocchi (Treviso), Brognoligo (Verona), Broldi (Venezia-Corfù), Brugnara e Porcia (Friuli), Bruti (Capodistria), Bua (Treviso), Bubuli (Venezia), Buiovich (Perasto), Bulgari (Corfù), Bullo (Venezia), Buri (Verona), Burovich (Castelnuovo), Burri (Verona), Busi (Bergamo), Buzzacarini (Padova).

Caciali (Verona), Cacich (Macarscha), Cacich (Dalmazia), Cacich Miocic (Dalmazia), Cacich Zarcovich (Merano-Curzola), Caimo (Udine), Caiselli (Udine), Caldana (Pirano), Caldogno (Vicenza), Calepio e Caleppio (Bergamo), Calini (Brescia), Callini (Brescia), Caltran (Vicenza), Calvet (Venezia), Calvi Manzoni (Venezia), Campagna (Verona), Campana (Cividale di Belluno), Campi (Rovigo), Camucii (Udine-Tolmezzo), Canossa (Verona), Capidilista (Padova), Capnissi (Zante), Capochefalo (Zante), Capodelista (Padova), Capodistria (Carpi), Capogrosso (Spalato), Capioli (Brescia), Capra (Vicenza), Carburi (Ceffalonia), Carini (Brescia), Carli (Capodistria), Carli (Verona), Carlotti (Verona), Carminati (Verona), Caronelli (Conegliano), Carrara


(Venezia), Carrara (Bergamo), Carrara Beroa (Bergamo), Carrara Spinelli (Bergamo), Casale (Padova), Casarotti (Venezia), Casilini (Rovigo), Casotti (Sebenico), Cassetti (Padova), Cassini (Udine), Catani (Udine-Pordenone), Cattaneo (Lendinara-Rovigo), Cavalli (Verona), Cavanis (Venezia-Padova), Cergneo e Brazzà (Udine), Cesana (Trevisana-Cesana), Cesarini (S. Vito in Friuli), Cestari (Chioggia), Cherubini (Venezia), Chieregato (Vicenza), Chiodo e Clodio (Verona), Cigola (Brescia), Cigole (Brescia), Cigolotti (Udine), Cipolla e Ceola (Verona), Cittadella (Padova), Clodio e Chiodo (Verona), Coccio (Verona), Coletti (Venezia), Collalti (Venezia-Treviso), Collalto (Treviso), Coleoni (Bergamo), Colleoni (Bergamo), Colloredo (Udine), Colonesi (Vicenza), Colonna (Castelfranco), Colossis (Friuli), Colpani (Brescia), Colussi (Friuli), Comatà (Schio), Combi (Venezia), Confallonieri (Padova), Confalonieri Pedrocca (Brescia), Contarini (Venezia), Contenti (Venezia), Contesini Ettore (Isola in Istria), Conti (Trevisana-Cesana), Corbelli (Venezia-Padova), Corbelli (Padova), Corner (Venezia), Corniani (Brescia), Corno (Feltre), Corradini (Conegliano), Corrioni (Venezia-Padova), Cosmi-Capella (Verona), Cossali (Verona), Cossirich (Sebenico), Cotta Franchetti (Bergamo), Cotuvali (Zante), Cristianopulo (Venezia), Crivelli (Friuli-Verona), Curnis (Venezia), Concina di San Daniele (Friuli).

Da Borzo (Treviso), D'Adda (Venezia), Dadich (Venezia-Levante), Dadichi (Levante Dalmazia), Dal Corno (Treviso), Dal Ferro (Vicenza), Dall'Abaco (Verona), Dalla Chiave (Udine), Dalla Corte (Ceneda), Dalla Corte Morari (Verona), Dalla Decima (Cefalonia), Dall'Era (Salò), Dalla Fabra (Venezia), Dalla Fratta (Verona), Dalla Porta (Udine), Dalla Vecchia (Vicenza), Dalle Ore (Vicenza), Da Mezan (Feltre), Damiani (Dalmazia), Damonte (Verona), Danellazzi (Udine), Davila (Venezia), De Bernini (Salò-Verona), De Bolis (Padova), De Conti (Lendinara), De Dominis (Dalmazia), De Ferrari (Vicenza), De Gianfilippi (Verona), Dei (Feltre), Della Torre (Bergamo), Della Torre (Verona), Della Torre Popaite (Udine), Della Vittalba (Bergamo), Del Tacco (Capodistria), De Pacis (Verona), De Pascoli (Udine), De Pasquali (Verona), De Passis (Bergamo), De Pluro (Belluno), De Rossi (Venezia), De Tauri (Feltre), Deucich (Macasca), De Vecchi (Bergamo), De Brenzone (Verona), Di Mozzi (Bergamo), Dionisi (Verona), Di Rovero (Treviso), Di Savorgnano (Venezia), Doimi (Liesena), Domestici (Venezia), Domini (Udine), Dominicelli (Salò), Dondi Orologio (Padova), Doro (Venezia), Dotti de Dauli (Padova), Dottori (Padova), Drachichievich (Zara), Dragoni (Udine), Duco Gio. Battista (Brescia), Durante Giuseppe (Brescia), Duranti (Brescia).

Egano (Vicenza), Emilii (Brescia), Emilii o Megi (Verona), Erbisti (Verona), Ergovaz (Spalato).

Fabritii (Venezia), Facini Pasole (Feltre), Faella (Verona), Faglia (Brescia-Verona), Fana e Polcenigo (Friuli), Fantini (Padova), Farinelli (Venezia), Fattori (Verona), Feltri Zarorei Borelli (Zara), Ferari (Venezia), Ferrarese (Badia), Ferrari (Vicenza), Ferri (Padova), Ferro (Venezia-Pordenone), Fietta (Asolo), Filiasi (Venezia), Filosi (Venezia), Fini (Capodistria), Fioccardo (Vicenza), Fioravanti Zuannelli (Riviera di Salò), Fistulario (Udine), Fiuli e Villabruna (Feltre), Flamburiani (Zante), Flangini (Venezia-Friuli), Florido (Friuli), Florio (Udine), Fogacia (Bergamo), Folli (Udine Serravalle), Foresti (Bergamo), Foresti (Brescia), Formentini (Cividale del Friuli), Fracanzan (Verona), Fracasteri (Verona), Franceschini De Villa (Udine),


Franco (Verona), Franzan (Padova-Vicenza), Franzani (Vicenza), Franzini (Venezia-Verona), Franzoia (Marca Trevisana), Frattina (Udine), Freschi (Friuli), Fulcis (Civide Belluno), Fullini (Polcenigo Friuli), Fumanelli (Verona).

Gabrieli (Venezia-Friuli), Gaedani (Brescia), Gayoni Berti (Verona), Galbiani (Sebenico), Galici (Udine), Galizioli (Bergamo), Gambazocca (Crema), Garganego (Venezia), Garzolini (Udine), Gaspari (Verona), Gaspiracchi (Zante), Gazola (Verona), Gelich (Dalmazia), Gervasoni (Bergamo), Ghellini (Vicenza), Gherardini (Verona), Giacomazzi (Venezia), Gianella (Venezia), Gielicich d. Gielmini (Zara), Gigli (Brescia), Ginamoni de Liccini (Bergamo), Giorio (Verona), Giovanelli (Bergamo), Girardi (Udine-Monfalcone), Girardi Meduna (Patria del Friuli), Gislanzoni (Venezia, Crema, Vicenza, Padova), Giuliari o Uliari (Verona), Giuponi (Bergamo), Giusti (Zara), Giusti (Verona), Giustiniani (Corfù), Giustiniani (Verona), Glubotina (Dalmazia), Gonzaga (Venezia), Gonzato (Vicenza), Gorgo (Udine), Gravisi (Capodistria), Griffon Santangelo (Crema), Grimaldi (Zara), Grisogono Bertolazzi (Zara), Grisoni (Capodistria), Gritti d. De Grigis o Gregis (Bergamo), Gritti (Bergamo), Gritti (Venezia-Trevisana), Grompo Pigafetta (Padova), Groplero di Tropenburg (Gemona), Grubissich (Macasca), Grumelli (Bergamo), Gualdo (Vicenza), Guariente (Verona), Guarienti (Verona), Guerer (Verona), Guerra (Venezia), Gusella (Padova).

Helti (Udine-Gemona).

Ivanovich (Dalmazia), Ivichievich (Macarsca).

Kacich (Macarsca).

Lafranchino (Verona), Lana e Terzi-Lana (Brescia), Landi (Verona), Lando (Corfù), Lavagnol (Verona), Lazara (Padova), Leali (Asola Bresciana), Lechi (Brescia), Leoni Montenaci (Vicenza), Licini Rubcich (Zara), Lio (Venezia), Lion (Rovigo), Lion (Venezia-Verona), Lioni (Venezia, Padova e Verona), Lioni (Venezia), Lisca (Verona), Locatelli Lanci (Bergamo), Locatelli (Patria del Friuli), Locatelli (Zante), Lochis (Bergamo), Lodoli (Venezia), Logoteti (Zante), Logothetti (Zante), Lombardo (Pola), Longhena (Brescia), Lorenzini (Udine), Loschi (Vicenza), Lovaria (Udine), Lucchi (Verona e Brescia), Lucovich (Cattaro), Lunzi (Zante), Lupati (Treviso), Lupati (Trevisana Cesana), Lupis (Bergamo), Luzzago (Brescia e Treviso), Luzzago (Brescia).

Maccassoli (Bergamo), Macri (Corfù), Macula (Patrasso Morea), Maderò (Venezia), Madrisio (Udine), Maffei (Verona), Maffeis (Bergamo), Malgiani (Venezia), Magù (Zante), Mainardi (Varzere), Malaspina (Verona), Maldura (Padova), Malfatti (Verona), Malmignati (Verona), Manfredi Repetta (Vicenza), Manfredini (Rovigo), Mangilli (Udine), Maniago (Patria del Friuli), Manini (Udine), Manini (Venezia-Udine), Mancini (Albona), Manzoni (Padova e Venezia), Manzoni (San Vido), Manzoni (Venezia), Maratti (Venezia), Marazzi (Crema), Marchesini (Vicenza), Marchiori (Verona), Marcovich (Cattaro-Padova), Marcovich (Capodistria), Marenzi (Bergamo), Marianovich (Dalmazia), Marogna Gualdo (Verona-Vicenza), Marogna (Verona), Marracci (Cividale del Friuli e Venezia), Martinenghi (Brescia), Martinengo (Brescia), Martinengo Colleoni (Brescia-Bergamo), Martinengo da Barco (Brescia-Venezia), Martini (Crema), Martinoni (Bergamo), Mastini (Venezia), Mattarelli (Vicenza-Verona), Mattei Baldini, Mattioli (Udine), Mazucheli (Brescia), Medici (Verona), Medin (Budua), Medolago Albani (Bergamo), Megi o Emilii (Verona), Menegozzi (Udine), Mercati (Zante), Messala (Zante), Mezzanelli (Verona), Miari (Belluno), Michieli (Patria del Friuli),

Micoli (Udine), Milesi (Spalato), Milliana (Udine), Millossa (Capodistria), Minelli (Venezia), Miniscalchi (Verona), Minucci (Treviso-Serravalle), Mistruci (Venzon), Mistrovich Dede (Dalmazia), Mocenigo (Zante), Modena (Cividal), Monaco (Friuli), Monaco (Udine), Montagnaco (Udine), Montalban (Conegliano), Montanari (Verona), Montereal Mantica (Udine), Morando (Verona), Morani (Brescia), Moresini (Capodistria), Moretti (Treviso), Moronati (Verona-Vicenza), Moroni (Bergamo), Moscardi (Verona), Mosconi (Bergamo), Mosconi de Fugaroli (Verona), Muazzo (Pola), Muratori (Venezia), Murari (vedi Dalla Corte), Muselli (Verona), Mutoni Guzzi Bareta (Vicenza), Muttoni (Vicenza), Muzzan (Vicenza).

Navone (Venezia), Negrelli (Verona), Negri (Vicenza), Negroboni (Brescia), Nichichievich detti Nichea (Castelnuovo), Nievo (Vicenza), Nogarola (Verona), Norcen (Feltre), Novello (Castelfranco), Nuvoloni (Verona).

Obizzo (Cremona-Udine), Oldi (Crema), Onigo (Treviso), Oroboni (Rovigo), Orsato (Padova), Orti Manara (Verona), Ostoich (Dalmazia), Ottelio (Udine), Ottolini (Verona), Ottolini (Venezia).

Pace (Udine), Pagan (Venezia), Panciera di Zoppola (Udine), Passi (Bergamo), Pastori (Venezia), Paulini (Zante), Paulovich (Macarsca), Paderzoli (Asola), Pelizzari (Brescia-Friuli), Pelleatti (Friuli), Pellegrini (Verona), Pellitioli (Bergamo), Percotto (Udine), Persico (Capodistria), Persico (Verona), Peruti (Venezia), Peschera (Brescia) Pesenti (Bergamo), Petrobelli (Bergamo), Peverello (Verona), Pianese e Antonini (Udine), Piate (Verona), Piccoli (Ceneda e Serravalle), Piccoli (Udine e Cividale), Piconi (Udine), Pighi (Verona), Pignolati (Verona), Pillica (Cefalonia), Piloni (Belluno), Pimbiolo degli Enghelfredi (Padova), Pinali e Salvi (Pordenone), Pindemonte (Verona), Pisani (Venezia), Pitiani di Carpaco (Udine), Pizzardini (Cittanova), Pola (Treviso), Polcastro (Padova), Polcenigo e Fana (Friuli), Poleni e Boza (Venezia-Padova), Polesini (Mantova), Pompei (Verona), Pontoti (Udine-Cividale del Friuli), Poppi (Cividale del Friuli), Porcelaga (Brescia), Porcia e Brugnara (Friuli), Porta (Verona), Portada (Dalmazia-Pago), Portaluppi (Verona), Porto (Vicenza), Pozzo (Friuli Venzon), Prampero (Udine), Piovene (Vicenza), Prampero (Friuli), Premoli (Crema), Priame (Verona).

Quer (Treviso), Querini (Venezia), Querino (Zante), Questini (Zara), Quinto (Vicenza).

Raccovich (Cattaro-Castelnuovo), Rados (Dalmazia-Friuli), Radosio (Liesina), Ragazzoni (Bergamo), Ragona (Viceuza), Rambaldi (Verona), Rambaldo (Verona), Rangon (Trevisana Cordignano), Ravignan de Piasentini (Verona), Ravignani Piacentini (Verona), Rechiadei Antonio (Brescia), Remondini (Bassano), Renaldis (Friuli), Revedin (Venezia), Riccati fu Soligo (Castelfranco), Richieri (Pordenone), Ridolfi (Verona), Rigo (Parenzo Cittanova), Rinaldis (Udine), Rivalta (Udine), Rivola (Bergamo), Rizzardi (Verona), Rizzetti (Bergamo-Venezia), Rizzi (Verona), Rizzo (Venezia), Roberti (Bassano), Roccio (Asola bresciana), Roma (Zante), Romano (Udine), Romilli (Bergamo), Roncali (Bergamo), Roncali (Patuà del Friuli), Roncali Parolin (Brescia-Vicenza), Ronchi (Friuli), Rosa (Padova), Rosalen (Venezia), Rossi (Venezia), Rota (Bergamo), Rota (Patria del Friuli), Rottari (Verona), Roveretti (Verona), Rudio (Belluno), Ruggeri (Marca Trevisana), Rusteghello (Venezia), Riva Veronesi (Verona).


Sabbadini (Udine), Sabini (Capodistria), Sagramoso (Verona), Salbante (Verona), Sala (Padova), Salamon (Zante), Sale (Vicenza), Salvadego (Padova), Salvatico (Padova), Salvatori (Venezia), Salvi (Verona-Vicenza), Salvi e Pinali (Pordenone), San Daniello de Concina (Patria del Friuli), Sanfiore (Saraval), Sangiovanni (Vicenza), Santacroce (Padova), Santi (Bergamo), Santini (Padova), Santonini (Venezia-Padova), Sarasini (Vicenza), Sarego (Verona), Sarmede (Udine), Sarori (Pieve di Soligo), Saviolo (Padova), Savoldi (Brescia), Savorgnani (Venezia-Friuli), Sbroiavacca (Udine), Sbruglio (Udine), Scanagati e Scanegati (Verona), Schio (Vicenza), Schioppo (Verona), Schizzi (Verona), Scoti (Treviso), Scoti de Duglassi (Padova), Scotti (Venezia), Scotti (Crema), Scorin (Padova), Scroffa (Vicenza), Secchi Soardi (Bergamo), Secco (Padova), Serenelli (Verona), Serioli (Venezia), Sessi (Vicenza), Sicuro (Zante), Silvestri (Rovigo), Simeoni (Venezia), Singlitico di Rocas (Venezia), Senechia (Dalmazia), Soardi (Bergamo), Soardi (Brescia), Soardi da Roman (Bergamo), Soardo (Bergamo), Soccacich Glavich (Spalato), Solari (Venezia), Soldati (Bergamo), Solza (Bergamo), Sonzogni (Bergamo), Sordina (Corfù), Sottocasa (Bergamo), Spilimbergo (Udine), Spineda (Treviso), Spini (Bergamo), Spinotti (Udine), Spolverini (Verona), Spolverini (Verona-Vicenza), Squarci (Vicenza), Stella (Friuli), Strasoldi (Udine), Suarez (Venezia), Sugana (Treviso), Sugana (Treviso-Padova), Sughi (Verona), Sumani (Padova), Summaglia della Stropazzola (Verona), Susana (Udine), Suzzi (Venezia-Friuli).

Taceli (Udine), Tadini (Verona), Tagliapietra Sola (Venezia), Tarsia (Capodistria), Tartagna (Udine), Tassi (Bergamo), Tassis (Bergamo), Tassoni (Rovigo), Tealdi (Udine), Tebaldi (Venezia-Padova), Tedeschi (Verona), Teotochi (Corfù), Terci Lana (Brescia), Terzi (Bergamo), Tetta (Dalmazia). Thebaldi (Venezia), Thiene dall'Aquila (Vicenza), Thiene dal Cane (Vicenza), Tiraboschi (Asola), Tomasini Degna (Treviso), Tomini Foresti (Bergamo), Tomioti de Fabris (Treviso), Tonetti (Marca Trevisana), Torisendo Tori (Verona), Tornieri (Vicenza), Torri (Verona), Teseti (Verona), Tosi Tranquilini (Brescia), Toso (Vicenza), Totto (Capodistria), Tracagni (Riviera di Salò), Trento (Udine), Trento (Padova-Vicenza), Trevisan (Padova), Trieste Bovolo (Asolo), Tripovich de Vergery (Venezia), Trissini (Vicenza), Trittonio (Udine), Trivoli (Corfù), Trois (Belluno), Turco (Verona).

Uberti (Padova).

Vaileti Marchesi (Bergamo), Vale (Vicenza), Valentinis (Udine), Valmarana (Vicenza), Valmarana (Venezia-Vicenza), Valotti (Bergamo), Valotti (Brescia), Valvasoni (Udine), Vannetti (Verona), Vecchi (Vicenza), Velli (Vicenza), Vello (Vicenza), Venerosi Riva (Verona), Venetando (Corfù), Verità (Verona), Verità Poeta (Verona), Verlati (Vicenza), Vertoa (Bergamo), Vertoa d'Albertoni (Bergamo), Vertova (Bergamo), Verzi (Capodistria), Vezzi (Venezia), Vigo d'Arzere (Padova), Villabruna e Fiuli (Feltre), Villovich (Curzola), Vimercati (Crema), Vimercati Sozzi (Bergamo), Viola (Venezia-Verona), Viviani (Verona), Vladimirovich (Dalmazia), Vlastò (Istria), Volpato (Treviso), Volpe (Vicenza).

Zabarella (Padova), Zacco (Padova), Zaghi (Vicenza), Zancarol (Cefalonia), Zanchi (Bergamo), Zanchi (Udine-Bergamo), Zanetti (Udine), Zanetti (Venezia), Zannettelli (Feltre), Zasio (Feltre), Zavoreo Borelli Feltri (Zara), Zenobio (Venezia-Verona), Zò (Crema), Zorzi d. Commeno Papadopoli (Parenzo), Zorzi (Marca Trevisana), Zuccareda (Treviso), Zuilocovich Sdilar (Dalmazia), Zulliani (Ceneda), Zuppani (Belluno), Zurla (Crema).


VISDOMINI AL FONTICO DEI TEDESCHI

L'affluenza dei Tedeschi a Venezia fu così numerosa, che sin dal sec. XIII la Repubblica assegnò loro un pubblico edificio, dove potessero dimorare e depositare le loro merci.

La sorveglianza su questa istituzione fu nel 1268 affidata ad una magistratura di tre membri (portati poi a quattro), detti Visdomini al Fontego dei Tedeschi, alle cui dipendenze furono posti due scrivani o contabili (portati poi a tre) con l'obbligo di dormire uno per mese nell'edificio e un fonticario o custode.

I Visdomini non potevano acquistare merci nel Fondaco o da mercanti che vi dimorassero; sorvegliavano la pesatura delle merci che vi venivano introdotte o estratte; rivedevano mensilmente le scritture dell'entrata e dell'uscita tenute dagli Scrivani e dal Fonticario; istruivano i processi contro i sensali che agivano nel Fondaco e li rimettevano ai Consoli, che avevano giurisdizione su quelli; ricevevano la nota scritta dei contratti conclusi dai sensali con la loro intercessione; davano il permesso per lo scarico delle merci, ecc.

(Cfr.: Thomas G. M.: Capitolare dei Visdomini del fontego dei Tedeschi in Venezia, Berlin, 1874.

Thomas G. M.: Register zun Capitular des deutschen hauses in Venedig, Munchen, 1876.

Simonsfeld H.: Der Fondaco dei Tedeschi in Venedig und die Deutsch, Venetianischen Handelsbeziehungen, Stuttgart, 1887).

L'Archivio è composto in quello dei Cinque Savi alla Mercanzia.


PROVVEDITORI ALLE FORTEZZE

L'incarico di provvedere ai bisogni delle fortezze fu dapprima affidato ai Savi del Collegio; ma, essendone con le conquiste aumentato il numero e non potendo quindi quelli attendervi con la cura che l'importante materia richiedeva, furono eletti nel 1542 due senatori col titolo di Provveditori alle fortezze, portati poi a tre nel 1579.

Avevano l'incarico di vigilare sulle fortezze, castelli, mura, magazzini per i biscotti, ponti pubblici, porte della città ecc. e a loro disposizione era stabilito un deposito in Zecca.

Le ultime deliberazioni concernenti questo Ufficio furono emanate nel 1727. Riaffermando i vecchi ordini esse stabilivano inoltre la sorveglianza dei Provveditori sulle formalità degli appalti, sulle consegne dei materiali, sulla tenuta dei registri del basso ministero e sul buon funzionamento della Cassa.

Decreti (1542-1797), 17; Terminazioni (1543-1797), 16; Scritture (1551-1745), 1; Lettere (1543-1797), 6.

Cataloghi di disegni di fortezze, perizie, inventarii di fortezze e di ciò che vi si trova, ruoli degli ufficiali e soldati, processi, registri di affittanze e di spese, scritture di Michele Sanmicheli relative alle fortificazioni di Padova e Verona (1544) ecc. ecc., 38.

Disegni riguardanti le fortezze di Asola, Atene, Belgrado, Bergamo, Bersez, Brescia, Buccari, Butrinto, Capodistria, Casale di Cittadella, Castelnuovo, Cattaro, Chioggia, Citluch, Crema, Figazolo, Fiume, Govino, Imoschi, Knìn, Lastelle, Legnago, Lido, Linguadoca, Malamocco, Mirandola, Mosganizza, Novi, Padova, Palma, Peschiera, Po, Provenza, Rhin, Rocca d'Anfo, Rovigo, Santa Maura, Scardona, Serravalle, Sign, Stegnevich (convento), Traù, Treviso, Tortona, Vaprensa, Venezia, Verona, Zara, e forticazioni militari in genere. Nuovo sistema di fabbricar fortezze di G. C. Boudron del 1775, 5.

Complessivamente pezzi 78 di atti dal 1542 al 1797 e pezzi 5 di disegni (N. 120).

 Cfr.: A. S. V.: Indice 259-II per gli atti e Indice 110-II per i disegni.


PROVVEDITORI E SOPRAPROVVEDITORI ALLA GIUSTIZIA VECCHIA

I Giustizieri furono creati, sembra, nel 1173 in numero di cinque (poi ridotti a tre), col compito della tutela del consumatore contro le frodi che potevano derivargli dalle arti relative alla vendita dei generi alimentari. Tale sorveglianza fu estesa nel secolo seguente anche alle altre arti: da essa rimase però esclusa quella della lana, affidata ai Provveditori di Comun, e qualche altra. I Giustizieri avevano facoltà di rivedere pesi, misure e prezzi; di giudicare le controversie attinenti alle cose dell'arte e quelle fra arte e arte e di farne eseguire le pene; di dare gli statuti e invigilare sulla loro osservanza; di ricevere il giuramento degli iscritti alle arti, indispensabile per l'esercizio del mestiere; di sorvegliare l'esportazione delle merci, sopratutto nei territori delle città in guerra con Venezia ecc.

Ben presto ad essi si aggiunsero altri tre ufficiali a formare un solo ed unico collegio, il quale nel 1261 si scisse in due, originando le magistrature della Giustizia Vecchia e della Giustizia Nuova.

Ai Giustizieri vecchi, essendo di molto aumentato il numero degli affari, fu aggiunto nel 1446 un quarto membro.

Sia i Giustizieri Vecchi che i Nuovi non giudicavano definitivamente; ma nelle controversie di valore inferiore a cinquanta ducati erano giudici di appello i Cattaver e di quelle di valore maggiore la Quarantia.

Nel 1565 ai Giustizieri Vecchi fu aggiunta un'altra magistratura, scelta dal corpo del Senato e detta dei Provveditori sopra la Giustizia Vecchia, alla quale fu attribuita la competenza di appello sulle cause giudicate dai Giustizieri Vecchi. Essa ebbe inoltre il compito di provvedere a tenere la capitale ben provvista di viveri e a far provvisioni sulle materie affidatele, le quali approvate dal collegio dei Savi e dal Senato venivano poi eseguite dai Giustizieri Vecchi.

Nel 1530 fu istituito dal Consiglio dei Dieci un collegio straordinario, detto dei Cinque Savi sopra le matricole, col compito di rivedere le costituzioni delle arti ed in seguito anche di limitare i prezzi, Collegio che fu abolito nel 1584.

Nel 1572 il Senato istituì il Collegio delle arti, composto dai Provveditori, dai Giustizieri Vecchi e dai Cinque Savi alla Mercanzia, ai quali nel 1627 si aggiunsero i Regolatori sopra i dazi, col compito di riformare tutta la materia spettante alle arti.

(Cfr.: G. Monticolo: Ufficio della Giustizia Vecchia a Venezia dalle origini sino al 1330, in «Miscellanea della R. Deputazione Veneta di Storia Patria », serie IV, vol. XII.


Monticolo G.: I Capitolari delle Arti Veneziane sottoposte alla Giustizia e poi alla Giustizia Vecchia (secc. XIII-XIV). «Fonti per la Storia d'Italia», dell'Istituto Storico Italiano, nn. 26 a 28-bis).

Capitolari (1200-1305 e 1541-1794), 5; Decreti (1556-1797), 2; Terminazioni (1433-1797), 19; Scritture (1578-1797), 4; Lettere missive (1588-1797) e lettere responsive (1591-1796), 6; Notatorio (1616-1796), 14; Suppliche e scritture dei privati e delle arti (1566-1797), 7; Proclami (1513-1797), 1; Comandamenti, mandati, ordini e licenze (1580-1797), 6; Riferte (1585-1804), 4; Costituti (1560-1806), 4; Domande e risposte in causa (1524-1797), 24; Processi criminali e disciplinari (1528-1797) e processi civili (1429-1794), 15; Accordi dei garzoni (1575-1772), 15.

Parti, capitoli ed altri atti delle seguenti arti: Acquaroli (1649-1797), acquavite e caffè (1614-1797), barbieri e parrucchieri (1596-1796), barileri e mastellari (1620-1796), battioro alemanni (1668-1796), biavaroli (1707-1805), boccaleri (1635-1797), bombaseri (1559-1756), botteri (1591-1796), burchieri da legne (1678-1776), calafai dell'arsenale (1586-1796), calcineri (1596-1759), caldereri (1620-1796), calegheri (1621-1796). cannaroli e conduttori di canna (1743-1751), cappoteri (1764-1797), cappoteri greci (1760-1761), carboneri (1771-1796), casaroli (1555-1803), casselleri (1595-1796), centureri (1593-1598), cesteri (1648-1796), chirurghi (1728-1797), cimadori da panni (1590-1795), compravendi di pesce (1573-1796), conciacurami (1587-1795), cordaroli (1621-1793), coroneri (1601-1796), cuori d'oro (1630-1699), depentori (1639-1796), fabbri (1590-1796), fenestreri (1589-1796), filcanevi (1620-1796), fioreri (1719-1796), formaggeri (1696), forneri (1611-1796), fritoleri (1648-1796), frutaroli (1490-1806), gallineri (1595-1806), giaccheri (1625), guacortellini (1585-1796), guchiadori o calcetta (1595-1721), indoradori (1637-1751), intagliatori (1587-1794), lasagneri e scaleteri (1637-1796), linaroli (1587-1796), luganegheri (1574-1800), mandoleri (1423-1806), marangoni dell'arsenale (1616-1796), marangoni da case (1590-1796), margariteri (1703-1761), mercanti da cordoani (1592-1770), mercanti da legna (1735-1749), mercanti da olio e saponi (1583-1796), mercanti da vin (1605-1796), miniatori (1751-1754), mureri (1652-1796), naranzeri (1661-1779), orefici (1583-1796), passamaneri (1665-1796), paternosteri da vero (1619-1739), peateri (1757-1765), pelizeri (1609), peltreri (1659-1796), perleri (1755-1760), pescatori (1749-1797), pescatori povegiotti (1705-1755), pescatori della comunità di San Nicolò ed Angelo Raffaele (1682-1799), pestrineri (1656-1796), petteneri (1567-1797), pignateri (1693), pistori (1756-1769), pittori (1619-1780), pizigaroli (1694), piumeri (1675), remeri (1749-1796), sabioneri (1668-1796), salumieri (1601-1795), sartori (1669-1797), scalchi e cuochi (1688-1745), schiopeteri (1679-1680), scorzeri (1635-1796), scultori (1750-1771), segadori dell'arsenale (1598-1796), sonadori (1685-1797), spaderi e cortelleri (1618-1796), spartioro (1715-1796), specchieri (1587-1761), spezieri (1437-1786), squeraroli (1607-1797), stampatori, librari e legatori (1731-1784), stazioneri da vero (1658-1767), stioreri (1700-1797), stramazzeri (1676-1796), strazaroli (1587-1796), stringheri (1616-1690), supialunie (1667-1761), tagliapietre (1616-1796), tamiseri (1698-1796), tappezzieri, seleri e bolzeri (1583-1796), tentori (1611-1796), terrazzeri (1589-1791), tesseri da fustagni (1596-1796), tesseri da tela (1667-1797), tira e battioro (1667-1796), tornidori e bossoleri (1620-1796), travasadori e portadori da vin (1611-1797), varoteri (1587-1796), vazineri (1682-1780), vecchi (1794); oltre che parti di varie arti approvate dal Collegio alle arti (1620-1698) e rettifiche di capitoli e di parti delle arti (1781-1796), 97.

Atti delle seguenti arti di Chioggia: S. Giacomo degli artisti (1567-1796), botteri (1566-1795), calafai (1772); S. Marco dei calegheri (1437-1771), canestreri e cesteri


(1713-1791); S. Nicolò dei Marineri (1556-1800), marzeri (1703-1712), mureri e marangoni (1645-1792), ortolani di Chioggia e di Pellestrina (1567-1792); S. Andrea dei pescatori (1705-1769), vigaroli (1716), 1; Pesche ed acconci in Dalmazia (1765-1791), 1; Anguille vive da Comacchio e territorio ferrarese (1680-1791), 2; Grigioni e svizzeri artigiani in terraferma (1757-1770), 2; Masserizia (1581-1749), 2; Contabilità ed altro (1584-1802), 1.

Atti vari (pergamena del 1570, convocazione di capitoli di varie arti, processo in materia di burro del 1768, pesce salato), 1.

Complessivamente pezzi 233 dal 1200 al 1806.

Cfr.: A. S. V.: Indice 99-II.


PROVVEDITORI E SOPRAPROVVEDITORI ALLA GIUSTIZIA NUOVA

 Nei cenni sulla Giustizia Vecchia si è visto come sorse la Giustizia Nuova. A questa furono soggetti, sempre a tutela del consumatore, i tavernieri ed i venditori di vino al minuto. Essa provvedeva inoltre alla vendita dei pegni contratti nelle osterie, trascorsi tre mesi senza che il debito fosse stato pagato.

Nel 1501, con procedimento analogo a quello già visto per la Giustizia Vecchia, fu istituita una magistratura di appello contro le sentenze dei Giustizieri Nuovi col nome di Collegio dei sette Savi. Questi rivedevano pure i libri e vegliavano a che gli ufficiali ed i ministri della Giustizia Nuova osservassero le leggi stabilite nella loro materia.

Capitolari (1269-1795); Decreti del Senato e del Consiglio dei Dieci (1551-1793); Terminazioni (1728-1797); Terminazioni, notatorio, sentenze ecc. (1515-1796); Terminazioni e parti del Collegio dei sette Savi (1516-1797); Proclami del Collegio dei sette Savi (1601-1796); Scritture (1651-1795); Lettere (1601-1795); Suppliche (1600-1796); Scritture lettere, mandati e riferte (1730-1796); Riferte, denunzie, notifiche di pegni (1767-1795); Ordini (1600-1795); Costituti (1599-1797); Costituti e processi (1509-1797); Processi (1601-1783); Domande e risposte in causa (1600-1797); Elezioni di ministri (1598-1796); Fedi e certificati (1601-1786); Conti e nomi (1671-1796); Contabilità diverse (1600-1796); Partite di zecca (1674-1789); Pegni venduti e non venduti (1665-1795); Parti e capitoli dell'arte dei bastioneri, mercanti di malvasia, osti (1665-1782); Elenchi di venditori di vino, di forestieri ecc.

Stampe (1714-1788) e stampe in causa.

Complessivamente pezzi 254 dal 1327 al 1812.

 Cfr.: A. S. V.: Indice 66-II.


PROVVEDITORI E SOPRAPROVVEDITORI ALLE LEGNA E BOSCHI

La sorveglianza sui boschi, affidata anteriormente alla Giustizia Vecchia, passò nel 1452 ad un apposito Magistrato, il Provveditore ai Boschi, dapprima costituito di un solo membro, poi nel 1468 di due e infine dal 1677 di tre. Essendo state accresciute nel 1532 dal Consiglio dei Dieci le loro competenze con l'aggiunta della materia della legna e con l'esazione del dazio relativo, l'antica loro denominazione si mutò nell'altra di Provveditori alle legna e boschi.

Ad essi furono aggiunti col tempo due Sopraprovveditori, i quali, insieme coi primi, deliberavano i provvedimenti amministrativi e decidevano gli appelli della Terraferma, della Dalmazia e dell'Istria, mentre da soli giudicavano sugli appelli contro gli atti dei Provveditori.

Attribuzioni del Magistrato erano: concedere le licenze per i tagli sia dei boschi pubblici che dei privati; impedire che i comuni fittassero, livellassero od alienassero i boschi; tenere nota della qualità, estensione e intestazione dei boschi; regolarne il taglio annuale; comminare le pene ai trasgressori; vegliare sulla distribuzione e vendita della legna, in modo da tenerne sempre rifornita la capitale e da impedirne l'uscita dallo Stato ecc. ecc.

Sfuggivano alla sua competenza il bosco del Cansiglio, sottoposto al reggimento dell'Arsenale e quelli del Montello e di Montona che avevano apposite magistrature.

(Cfr.: Luzzatto F.: Studi veneti di politica forestale nel sec. XVIII. Piacenza, 1928 (a cura della Federazione italiana dei Consorzi agrari).

Provveditori al Bosco del Montello: Capitolari (1471-1670), Decreti del Consiglio dei Dieci e del Senato (1438-1796), Decreti del Consiglio dei Dieci (1711-1796), Terminazioni (1562-1797), Notatorio (1593-1612), Catasto (1471-1797), Affittanze, condotte di roveri, contabilità, varie (1464-1797), Quaderni legna (1772-1797), Disegni, 64.

Atti dei Deputati alla Valle di Montona, 3.

Provveditori sopra legna e boschi: Decreti, scritture e suppliche (1723-1764), Notifiche di boschi (1793-1795), Privilegi comunali (1327-1812), Processi (1364-1774) Atti vari (1404-1800), Catasto: Surian (1569), Giustinian (1586), Bembo (1588), Venier (1593), Garzoni (1602), Canal (1627), Bragadin (1640), Contarini (164O), Mocenigo (1640), Querini (1660), Querini (1662), Molin (1671), Nani (1726), Tron (1741), Contarini (1741), Nani (1741), Mocenigo (1743), Savorgnan (1745), Gradenigo (1747) e altri, 149.

Inquisitorato Arsenal (1455-1798), 38.

Complessivamente pezzi 44 dal 1269 al 1797.

 Cfr.: A. S. V.: Indice 98-II.


V SAVI ALLA MERCANZIA

La cura del commercio, propria del Senato, fu affidata, in via straordinaria nel 1506 e definitivamente dal 1517, ad una speciale magistratura, quella dei Cinque Savi alla Mercanzia, la quale si dimostrò presto robusta e capace di attribuirsi nuove competenze ed incarichi.

All'inizio della sua esistenza essa ebbe un'ampia ed indeterminata vigilanza sul commercio di terra e di mare; proponeva disposizioni nuove al Collegio dei Savi; e per la connessione intima tra economia e finanza rivedeva le tasse stabilite dai Governatori delle Entrate e dai Provveditori di Comun. Sorvegliava i Visdomini della Tavola d'Entrata ed aveva autorità sopra gli uffici che regolavano la mercanzia, compresi quelli attinenti alle arti. Nel 1540 ebbe l'incarico di rivedere le mercedi corrisposte dalle Camere delle città del dominio; nel 1541 quello di governare gli ebrei di Levante, abitanti nel Ghetto di Venezia; nel 1550 la competenza di esaminare coi Governatori delle Entrate le cose del Fondaco dei Tedeschi; dal 1553 il diritto di approvare od annullare le deliberazioni prese dai capitoli delle associazioni laiche. Nel 1570 ebbe la presidenza dei Cottimi e infine nel 1588 la vigilanza sulla navigazione e sulle assicurazioni marittime, quando vi entravano interessi di Principi stranieri. Nel secolo XVII ottenne giurisdizione su alcune materie civili; nel 1625 sugli ebrei di levante e di ponente soggetti alla Turchia e nel 1676 sugli armeni. Nel 1682 ebbe il diritto di inquisizione sui contrabbandi, affidata in special modo ad uno dei cinque, detto Inquisitore, e nel 1723 sul tabacco.

Accanto ai Savi alla Mercanzia vi fu pure dal 1527 un Collegio composto da essi, dai Governatori delle Entrate e dai Provveditori di Comun, per stimare le mercanzie nelle dogane ed in altri uffici e per regolare le spese di entrata e di uscita delle merci, esclusa la materia dei dazi spettante al Senato.

Nel 1708 per dar maggior vita al commercio in continua decadenza vennero istituiti i Deputati al Commercio, alle cui riunioni doveva intervenire almeno uno dei Savi alla Mercanzia. Ma non essendo questa magistratura riuscita a concludere nulla e, essendo più di ostacolo che di aiuto ai Cinque Savi, venne abolita nel 1756.

L'Archivio dei V Savi alla Mercanzia contiene, oltre agli atti comuni ad ogni magistratura veneziana: capitolari, decreti, terminazioni, parti del Senato e del Consiglio dei Dieci, lettere, scritture e risposte ecc., dispacci dei Consoli Veneti all'estero e atti relativi ai Consoli esteri residenti a Venezia, atti relativi alle fabbriche esistenti nel territorio della Repubblica e ad alcune arti, alla restaurazione e sorveglianza di


strade, ponti o canali interessanti il traffico, all'agricoltura in certi suoi settori (es. coltivazione della canapa), ai dazi su merci, di ancoraggio ecc., al commercio marittimo e terrestre e alle attività connesse lecite (sensali), e illecite (contrabbando) con dati statistici sulle importazioni ed esportazioni, alla marina mercantile (armamento, equipaggi ecc.), alle assicurazioni, agli Ebrei, alla neutralità in ciò che essa riguarda il commercio, alle poste, al Fondaco dei Tedeschi e a quello dei Turchi, privilegi di cittadinanza e privilegi commerciali.

Complessivamente pezzi 1371 dal secolo XVI al XIX.

Cfr.: A. S. V.: Indici 64-II, 79-II, 200-II.

(Cfr.: Borgherini Scarabellin M.: Il magistrato dei cinque savi alla Mercanzia dalla istituzione alla caduta della Repubblica, in «Misc. di Storia ven.-tridentina », III, 1926).


OFFICIALI ALLA MESSETTERIA

Il dazio della messetteria fu istituito nel secolo XIII, e prese nome dai messeti, o misseti, cioè mediatori. Fu in sostanza un'imposta sulle contrattazioni, limitata dapprima alle cose mobili, ed estesa poi, nel 1338, alle immobili. Essa era pagata in parti uguali dal compratore e dal venditore.

Nel secolo XVI le competenze di questa magistratura furono ridotte: si affidò infatti all'Ufficio di Entrata da Terra la riscossione delle imposte sulle contrattazioni di mobili; sicché agli Officiali alla messettaria restò l'incarico di riscuotere il dazio sulle compravendite di mulini, livelli, valli, paludi, case, acque, boschi, navi ed attrezzi di navigazione, ecc.

L'imposta cadeva però solo su quei contratti, in cui una almeno delle parti fosse veneta per origine, per incolato o anche solo per abitazione nella città di Venezia o nel Dogado.

La magistratura, oltre quelle già ricordate, subì varie altre vicende. Le ultime regolamentazioni a riguardo sono della fine della Repubblica. In esse si stabilisce la misura del dazio che è del tre per cento per i beni posti a Venezia o nel dogado e del due per cento per i beni di Terraferma.

II numero dei membri (detti Visdomini), di quattro fino al 1400, fu ridotto a tre in quest'anno, ma appena il 1401 si ripristinò l'antico numero.

L'Archivio non ordinato consta all'incirca di 400 pezzi.

(Cfr,: Orlandini G.: Officiali alla Messetteria. Venezia, Naratovich, Scarabellin, 1898).


PRESIDENTI ALLA MILIZIA DA MAR ED AGGIUNTO

Quando verso la metà del secolo XVI più incombeva sulla Repubblica la minaccia dei Turchi, il Senato, a difesa dell'Adriatico, deliberò di costruire una flotta di cento galee sottili. La cura di questa fu affidata ad un Collegio, composto di 4 membri del Senato e di 16 aggiunti scelti dal Maggior Consiglio. Si unirono poi a questi due Provveditori all'Armar, due Patroni all'Arsenal, i due Provveditori sopra biscotti e il Provveditore all'Artiglieria.

Nel 1558 il Collegio fu ridotto a due Provveditori e a otto Governatori, ai quali nel 1561 se ne aggiunsero altri otto e due Provveditori alle Biave. Due anni dopo i Governatori vennero ridotti a 12. Nel 1585 i Governatori vennero diminuiti a tre e i Provveditori che presero il nome di Presidenti alla Milizia da Mar vennero portati a tre.

Dovevano provvedere all'armamento delle galee e perciò sopraintendevano all'assoldamento sia dei marinai che dei galeotti che si traevano dalle Arti della città e del territorio. Dapprima queste ebbero l'obbligo di fornire un dato numero di uomini, ma in seguito tale obbligo personale si trasformò in pecuniario: esse furono tenute a pagare una tansa con vincolo solidale di tutti i membri. In conseguenza il Collegio ebbe diritto di revisione sulle Casse delle comunità del Dogado per agevolare l'esazione della tansa. Anzi passò in loro competenza la sorveglianza sull'amministrazione economica di queste, in parte nel 1694, per intero nel 1712.

Nel 1723, per meglio effettuare la ripartizione della somma fissata fra le varie Arti e la riscossione di essa, fu creato un quarto Presidente col titolo di Aggiunto che doveva unicamente sovraintendere alla riscossione.

Inquisitorato (1724-1762); Dogado (1699-1779); Chioggia (888-1798); Cavarzere (1489-1805); Loreo (1581-1797); Gambarare (1581-1774); Caorle (1439-1792); Grado (1657-1796); Mazzorbo; Torcello (1638-1795); Burano (1664-1796); Murano (1423-1796); Malamocco (1581-1793); Catastici, capitolari, decreti (1510-1797); Scritture (1583-1793); Lettere e terminazioni (1528-1805); Lettere missive (1644-1805); Lettere responsive (1648-1803); Costituti (1712-1807); Diversorum (1603-1796); Dazi (1699-1804); Provvigionati (1681-1795); Arti (1605-1806); Galeotti (1540-1772); Traghetti (1566-1806); Mariegole dei traghetti (1348-1813); Quaderni e giornali di cassa (1578-1807); Registri vari (1567-1805); Atti vari (1573-1786); Disegni (1573-1786).

Complessivamente pezzi 389 dall'888 al 1813.

Cfr.: A. S. V.: Indice 226-II.


DEPUTATI ALLE MINIERE

La materia delle miniere fu da tempo immemorabile affidata al Consiglio dei X, che delegava l'esercizio di questa sua competenza a un Vicario generale. Questi curava la concessione delle miniere esistenti nel territorio della Repubblica; la riscossione dei proventi relativi era fatta invece dal Magistrato alle acque. Nella seconda metà del secolo XVII, però, per ovviare alla cattiva amministrazione di questo importante ramo della finanza pubblica, si stabilì di creare una nuova magistratura di tre membri, col titolo di Deputati sopra le Miniere, eletti dal Consiglio dei X, e l'anno successivo all'istituzione del nuovo organo, 1666, si aboliva il Vicario generale. Giudice di appello dalle decisioni dei Deputati in materia di concessioni furono sette giudici nominati dal Doge tra quelli che avevano appartenuto al Consiglio dei X.

La nuova magistratura raggiunse gli scopi che le erano stati affidati: una maggior cura nelle concessioni, una revisione delle concessioni precedenti e dei privilegi di esenzione della decima, che colpiva il reddito delle miniere. Ebbero facoltà di nominare un Vicario o Soprastante che particolarmente riscuotesse le decime e ricercasse le infrazioni e le frodi.

Nelle varie città soggette, furono posti, alla dipendenza dei Deputati, dei Vicari, competenti a giudicare in primo grado delle controversie relative alle concessioni di miniere. Da essi si appellava ai Deputati.

(Cfr.: Alberti e Cessi: La politica mineraria della Repubblica veneta, Roma. Libreria dello Stato, 1927).

Capitolare (1488-1525); Decreti del Consiglio dei X (1581-1728); Terminazioni (1554-1796); Scritture (1665-1792); Lettere (secc. XVII-XVIII); Suppliche e notifiche (1666-1796); Relazioni (1594-1790); Costituti (1665-1797); Accordi (1653-1795); Scritture in causa; Processi; Sentenze, denuncie ecc. (1663-1666); Investiture (1628-1797); Fedi; Licenze d'armi (1666-1794); Mandati; Scontri per revisioni (1717-1796); Documenti di cassa (1666-1796); Quaderni (secc. XVII-XVIII); Registro scontro Compagnia generale miniere (1670-1745); Catastici e atti vari.

Complessivamente pezzi 578 dal 1488 al 1797.


TRE PROVVEDITORI SOPRA MONASTERI

La Repubblica veneta non ignorò mai un controllo sulle persone e sui beni degli ecclesiastici regolari. Questo controllo, affidato in un primo tempo al Consiglio dei X, passò nel 1521 ad una magistratura appositamente creata, composta di tre membri, col titolo di Provveditori sopra Monasteri. Entrati dapprima come organo straordinario nell'ordinamento della Repubblica, divennero magistrati ordinari con una parte del 1528. Fino al 1536 furono scelti tra i membri del Consiglio dei X; dai 1551 in seno al Senato. Ciò non ostante continuarono ad avere ingresso nel Consiglio dei X, quando questo era chiamato a giudicare su processi formati dagli stessi Provveditori. Ai quali, oltre questa competenza, fu attribuita piena giurisdizione contro gli ecclesiastici regolari per quei reati puniti con pena inferiore a quella di morte.

Capitolari (1514-1796), 4; Decreti (1412-1737), 7; Decreti per delegazione di cause (1676-1795); ordini, proclami e terminazioni (1571-1698), 1; Terminazioni (1630-1797), id. a giustizia (1674-1797); id. circa capitoli conventuali (1770-1775), id. per monasteri di T. F. (1767-1769); id. mansionerie (1629-1789), id. sopra revisioni (1725-1748), id. vestizione (1778-1796); id. di Zecca (1675-1798); id. in oggetti economici (1758-1796), 59; Scritture (1689-1796), 7; Mixtorum (atti civili) (1632-1797), 11; Mixtorum (terminazioni e lettere) e lettere (1610-1796), 13; Lettere di pubblici rappresentanti (1607-1794), 37; Mixtorum (inserte di scritture, suppliche ecc.) (1700-1796), 32; Patenti ed atti capitolari generali e provinciali (1769-1797), 10; Atti riguardanti il personale dei conventi (sec. XVIII), 49; Stato economico e statistico dei conventi di Venezia e Dogado (1764), 1; Conventi del terz'Ordine francescano in Dalmazia, educande, tasse, ecc. (sec. XVIII), 1; Domande, risposte estragiudiziali e accordi (1634-1797), 34; Riferte dei capitani e denuncie (1605-1762), 3; Ritorte dei comandadori (1779-1797) e del capitano circa Cancelleria del Nunzio (1750), 1; Processi criminali e disciplinari (1554-1793), 21; Processi civili, 6; Stampe in causa, 3; Sentenze (1657-1796) e sentenze a legge (1747-1797), 3; Bolli e cogniti (1736-1797), intromissioni (1720-1796), sequestri (1688-1797), 2; Vendite (1632-1797), 9; Sospensioni, comandamenti, ammonizioni, intimazioni, citazioni, deputazioni, scriver in officio ecc. (1626-1797), 5; Registro del fante (1718-1796), 1; Piaggerie, licenze per investite di capitali, copie di partite di zecca (secc. XVII-XVIII), 7; Costituti di deposito (1658-1787), ricevute di depositi (1680-1796), depositi di Terra­ferma (1773-1777), 11; Mandati (1604-1797), 2; Polizze di spese, perizie ecc. (1594-1762), 2; Asse dei Domenicani nello Stato (1769), 1; Monache di Candia in S. Servolo (1652-1716), 1; Sovvenzioni, fedi di vita, mansionerie, commissarie, altri atti vari (secc. XVII-XVIII), 11; Carte del segretario P. Franceschi (1753-1779), 1; Registri degli individui componenti le famiglie dei regolari nello Stato Veneto, 28.

Complessivamente pezzi 384 dal 1412 al 1797.

 Cfr.: A. S. V.: Indice 36-II.


AGGIUNTO SOPRA MONASTERI

L'Aggiunto al magistrato sopra monasteri fu istituito con parte del Senato del 7 settembre 1768. Aveva le stesse mansioni dei Provveditori sopra monasteri, alle cui deliberazioni interveniva ed in più doveva esercitare una speciale vigilanza sopra la disciplina degli ordini monastici con diritto di inquisizione, che esercitava con rito ed autorità del Senato.

Capitolari (1768-1797), 2; Terminazioni (1769-1797), 12; Mixtorum (1770-1797), 8; Scritture (1768-1797), 15; Vendite, affrancazioni, cedoloni di vendite e lettere di rettori circa pubblicazione cedoloni di vendite, 40; Asse conventi, 7; Iuspatronati, 3; Beni e livelli in Terraferma, 1; Economi regi, 11; Messe per mansionerie, 1; Atti vari di conventi e conventi oltremare, 4; Lettere del Magistrato (1768-1797), 12; Lettere dei rettori, 13; Costituti di depositi (1772-1796), 4; Depositi alle camere di T.F., 9; Copie di partite di Zecca, 4; Memoriali (1768-1797), 3; Suppliche (1769-1796), 2; Atti circa il decreto 7 settembre 1768 e quello 23 settembre 1769, 2; Benefìci parrocchiali, 1; Atti circa la bolla «Coena Domini», 3; Contribuzioni a Roma delle congregazioni monastiche, carteggio con gli ambasciatori a Roma, pretese delle Procurerie generali di Roma, 1; Carte varie, 14; Quaderni di cassa, 28; Catastici di beni di monasteri soppressi, 31; Miscellanea, 8.

Complessivamente pezzi 234.

Cfr.: A. S. V.: Indice 183-II.


PROVVEDITORI AL BOSCO DEL MONTELLO

II bosco del Montello, presso Treviso, fu riservato dalla Repubblica alle costruzioni dell'Arsenale. Vi soprintendeva dapprima il Senato che mandava due volte all'anno a visitarlo uno dei Patroni all'Arsenale. Poi dal 1519 vi ebbe ingerenza il Consiglio dei Dieci, il quale continuò ad averne la suprema direzione anche dopo l'istituzione, avvenuta nel 1587, di una magistratura speciale, composta prima di un membro e poi di tre, che venivano eletti dallo stesso Consiglio ed assunsero la denominazione di Provveditori al Bosco del Montello.

Era loro compito difendere i confini del bosco dai privati usurpatori e la sua integrità da eventuali allargamenti delle chiese e monasteri situati nel suo interno; formare processi sia per via di denunzia che per via di inquisizione contro i danneggiatori, esclusi però i delitti gravi per i quali dovevano presentare il processo ai Capi dei Dieci: vendere la legna consegnando il ricavato alla Cassa del Consiglio dei Dieci; visitare il bosco uniti o separati almeno tre volte all'anno (dal 1629 solamente due) e redigerne relazione scritta; giudicare su contese in materia di roveri e suoi frutti; procedere contro i banditi rifugiati nel bosco; giudicare sui fatti in esso avvenuti; amministrare alcuni dazii con profitto della propria cassa, ecc. ecc.

Per disposizione del 1668 non potevano essere eletti a questo ufficio quei nobili che avessero interessi e possessi nei tredici comuni che circondavano il bosco.

Dell'ordinaria custodia di esso fu incaricato dal 1527 il così detto Capitano del Montello, che veniva scelto dai Provveditori al Bosco e dai Patroni all'Arsenal fra i marangoni dell'Arsenale stesso e confermato dal Consiglio dei Dieci.

L'Archivio si trova unito a quello dei Provveditori sopra Legna e Boschi.


DEPUTATI AL BOSCO ED ALLA VALLE DI MONTONA

Il bosco che sorge nella Valle di Montona, in Istria, fu destinato dalla Repubblica, al pari di quello del Montello, a rifornire di legname l'Arsenale. Ne ebbe la vigilanza fino al 1612 il Capitano di Raspo; dopo quell'anno il Consiglio dei Dieci l'avocò a sé ed istituì una speciale magistratura composta di due membri, che venivano eletti dallo stesso Consiglio ed esercitavano il loro ufficio con l'assistenza del Camerlengo del Consiglio. Nel 1628 il Magistrato, che era stato istituito in forma straordinaria, divenne definitivo, assumendo le stesse funzioni dei Provveditori sopra il bosco del Montello. Nello stesso anno si propose in Maggior Consiglio di avocare al Senato la competenza sulla sorveglianza della Valle, ma la proposta non ebbe seguito e la presidenza venne conservata dal Consiglio dei Dieci.

L'Archivio si trova unito a quello dei Provveditori sopra Legna e Boschi.


PROVVEDITORI SOPRA OSPEDALI E LUOGHI PII E AL RISCATTO DEGLI SCHIAVI

I tre Provveditori sopra Ospitali furono nominati temporaneamente nel 1561 (quattro anni dopo divennero stabili) con l'incarico di riscontrare se fossero osservate le tavole di fondazione degli ospedali, di controllarne l'amministrazione e l'ordinamento, di rivedere i testamenti fatti in loro favore, e con l'obbligo di riferire al Senato il risultato delle loro indagini, obbligo che fu tolto nello stesso anno per non intralciare la loro opera, resa meglio esplicabile dalla facoltà ad essi concessa di deliberare da sè stessi le questioni riguardanti la propria materia.

Nel 1586 essi ottennero anche l'incarico di provvedere, col denaro raccolto a tal uopo nello Stato, al riscatto dei sudditi fatti schiavi dagli infedeli e per poter adempiere meglio a tale compito due anni dopo ebbero facoltà di nominare un Console in Algeri, città nella quale i Turchi usavano trasportare quegli infelici.

Nel 1588 ebbero anche la vigilanza sui questuanti, già prima di sola competenza del Magistrato alla Sanità, col quale si univano in consulta per prendere i provvedimenti su detta materia.

Nel 1594 alle loro dipendenze furono posti anche gli ospedali delle Scuole grandi e in appresso una certa sorveglianza fu loro concessa anche sugli ospedali di iuspatronato ducale, espressamente esclusi dalla loro sfera di azione dal decreto costitutivo.

Avevano infine anche l'incarico di sorveglianza sulle commissaria istituite a beneficio dei luoghi pii esistenti o da crearsi.

Contro le sentenze dei Provveditori si ricorreva dapprima alle Quarantie, ma, poiché in tal modo le cause si trascinavano per le lunghe con danno degli ospedali, fu destinato nel 1591 dal Senato, come, magistratura di appello, il Collegio dei X (poi XX) Savi del corpo del Senato.

Capitolari (1561-1793); Decreti (156-1796); Scritture (1681-1790); Terminazioni (1704-1797); Lettere (1662-1797); Costituti (1680-1797); Multorum (1621-1796); Sentenze (1669-1795); Carte relative all'Unione dei quattro ospedali (1783-1794); Carte dell'ospedale dei Derelitti (secc. XVIII-XIX); Carte dell'ospedale degli Incurabili (1538-1802); Carte dell'ospedale dei Mendicanti (1594-1805); Carte dell'ospedale della Pietà; Carte dell'ospedale militare di S. Servolo (1759-1786); Carte del Pio Luogo in Corte delle donne a Castello (1722-1786); Carte dell'ospizio di donne a S. Agnese; Carte dell'ospizio Briatti di Murano (1783); Carte dell'ospedale Foscari di Murano (1594-1607); Carte dell'ospedale di Bovegno in Val Trompia; Carte della Commissaria Bertagnon (1628-1800), della Commissaria Simon Contarini (1666-1702), della Commissaria Flangini (1643-1797), della Commissaria Bozzi (1791-1802) e di altre; Carte relative al riscatto degli schiavi (1544-1797); Atti varii.

Complessivamente pezzi 173 dal sec. XVI al XIX.

Cfr.: A. S. V.: Indice 190-II.


DEPUTATI AD PIAS CAUSAS

I tre deputati ad pias causas, detti pure Aggiunti al Collegio dei X savi sopra le decime in Rialto, furono istituiti con lo scopo precipuo di vegliare, insieme ai due savi ordinari del predetto Collegio, all'applicazione della legge del 1605, che imponeva che tutti i beni stabili lasciati a corporazioni religiose fossero venduti entro due anni. Essi avevano facoltà di ricercare e punire i contravventori e di suggerire in materia provvedimenti al Senato. Fu appunto su loro proposta promulgata la legge del 1767, che imponeva l'assenso dello Stato per l'acquisto di beni immobili da parte di corpi ecclesiastici.

Per opera loro e dell'Aggiunto sopra monasteri vennero istituite le tasse dette di famiglia per i vari ordini regolari, vennero proibite le questue e vennero emessi dietro delegazione del Senato regolamenti e statuti per le scuole pubbliche (1774).

Anch'essi stabilirono le norme da seguire dal Regio Agente Spedizioniere in Roma per le cui mani dovevano passare tutti i ricorsi presentati dai Veneti alla Curia Pontificia (1775).

Decreti (1764-1796), 7; Scritture (1765-1795), 9; Altri atti ordinati per materia (sec. XVIII), 64.

Complessivamente pezzi 80. Cfr.: A. S. V.: Indice 177-II.


PROVVEDITORI, SOPRAPROVVEDITORI E COLLEGIO ALLE POMPE

La materia delle pompe, distribuita nei primi tempi fra varie magistrature, fu affidata nel 1476 ad uno speciale collegio, dei tre Savi alle Pompe, che ebbe breve vita, perché, poco dopo, le sue funzioni vennero nuovamente attribuite ad altre magistrature, fra le quali furono perfino i Procuratori di S. Marco. Finalmente, poiché in tal modo non si era raggiunto lo scopo, nel 1514 venne istituita nuovamente e definitivamente una speciale magistratura, composta di tre membri, detti Provveditori alle Pompe, ai quali nel 1559 furono aggiunti due Sopraprovveditori, eletti dal Senato nel suo seno, a differenza dei primi, eletti invece nel Maggior Consiglio.

Nel 1562 l'ufficio fu riorganizzato; fu nominato un sopraprovveditore aggiunto e tanto i Provveditori come i Sopraprovveditori furono autorizzati a legiferare nella loro materia con la stessa autorità del Senato, al quale tale attività prima spettava.

Nel corso del sec. XVII la materia delle pompe assunse un tale sviluppo ed importanza da richiedere per il disbrigo degli affari ulteriori aumenti di funzionari.

Nel 1635 e nel 1644 vennero nominati temporaneamente 4 e 3 aggiunti rispettivamente, per la revisione e la riforma della esistente legislazione, molto disordinata e confusa.

Nel 1652, per frenare le troppo frequenti intromissioni degli Avogadori di Comun alle sentenze del Magistrato, venne istituito un collegio di 7 nobili per il loro esame e decisione. Nel 1666 uno dei sette venne nominato Inquisitore con l'incarico di rivedere i processi fatti dal magistrato.

Di tanto in tanto uno dei tre provveditori veniva mandato ad inquisire sulle pompe dei Reggimenti.

Con tutte queste aggiunte il magistrato risultò definitivamente composto di due Sopraprovveditori, di un Sopraprovveditore aggiunto, di tre Provveditori e di sette del Collegio, di cui uno Inquisitore.

Nel secolo XVIII il magistrato andò sempre più perdendo la sua importanza. Le sue ultime leggi vennero emanate nel 1749. Dopo continuò a sussistere per tradizione e per decorazione, occupandosi dell'illuminazione della città, del servizio contro gli incendi e di altri meno importanti incarichi.

(Cfr.: Bistort G.: Il magistrato alle pompe nella Repubblica di Venezia. Studio storico, in «Miscellanea di Storia Veneta», a cura della R. Deputazione Veneta di Storia Patria, Serie III, t. V, 1912).


Capitolari (1488-1793), 6; Leggi relative alle pompe ed altre carte (1334-1792), 1; Sommario di leggi (1334-1781), 1; Decreti (1673-1728), 1; Terminazioni (1736-1796), 3; Proclami ed altre carte (1683-1749)), 2; proclami di pompe della Terraferma (1692-1722), 1; Atti e discipline interne (1783-1787), 1; Elenchi degli abitanti dei vari sestieri della città con l'indicazione degli affitti delle case e botteghe (1743-1750), 7; Inventario di ciò che portavano seco i Rettori ed altri rappresentanti (1686-1792), 2; Carte relative al fuggito Co. Venceslao Smecchia (1771-1797), 2; Quaderno cassa (1744-1796), 1.

Complessivamente pezzi 29 dal 1334 al 1797.

Miscellanea (secc. XVII-XVIII), 1.

Cfr.: A. S. V.: Indice 278 -II.


PROVVEDITORI ALLA FABBRICA DEL PONTE DI RIALTO

La magistratura fu istituita nel 1587 col compito di condurre a termine la fabbrica del ponte di Rialto. Veniva eletta dal Senato; era composta di tre membri e doveva durare fino ad opera compiuta. L'ultima elezione ebbe luogo nel 1596.

1507-1594: pezzi 15 più un rotolo di disegni.


INQUISITORI SOPRA L'AMMINISTRAZIONE DEI PUBBLICI SUOLI

Per provvedere al buon ordine della truppa il Senato istituì nel 1770 tre Deputati straordinari al Militar.

Su loro proposta l'anno seguente fu creato un nuovo organo straordinario di tre membri, detti Inquisitori sopra l'Amministrazione dei pubblici ruoli, che potevano essere presi da qualsiasi magistratura - ad eccezione dei Deputati ad pias causas e dell'Aggiunto sopra monasteri - senza obbligo di lasciare la carica che coprivano.

Doveva questo magistrato impedire ogni abuso che alterasse sia la forza stabilita, che la situazione economica delle truppe e a tal uopo gli furono concessi poteri inquisitoriali, volti a frenare qualsiasi prevaricazione. Inoltre sempre allo stesso scopo vennero istituiti doppi ruoli da servire di confronto fra gli amministratori e gli ufficiali comandanti di compagnia e venne stabilita una generale rassegna da eseguirsi dalle primarie cariche e dai Reggimenti e da spedirsi poi all'Inquisitorato.

Era anche loro compito provvedere ad assicurare la buona custodia ed il maggior risparmio nelle munizioni e nelle vettovaglie.

Opera a stampa del Co. di Schulemburg intitolata: «Esercizio militare e regola universale dell'Infanteria della Serenissima Repubblica di Venezia», Ristampa del 1735, 1.

Ducali, decreti, patenti e terminazioni (1711-1793), 3; Lettere di pubblici rappresentanti (1777-1794), 1; Lettere e scritture diverse (1780-1795), 1.

Atti varii (Codice Schulemburg, riforma economica della milizia, pensioni ufficiali, conteggio, tabelle e ruoli, ufficiali riformati, processo colonnello Matabinovich, Craine della Dalmazia ed Albania, indice ufficiali e sottufficiali della Marina veneta, ruolo dei marinai greci di Corfù, ruolo delle quattro compagnie del territorio padovano ecc.) (secc. XVII-XVIII), 25.

Ruoli dei reggimenti e delle compagnie italiane (1668-1797), 417; Ruoli dei reggimenti e delle compagnie oltremarini (1604-1797), 303; Ruoli della cavalleria corazzieri (1715-1797), 18; Ruoli della cavalleria croati (1700-1797), 57; Ruoli delle compagnie sciolte (1741-1795), 1; Ruoli della cavalleria dragoni (1702-1797), 36; Ruoli dell'artiglieria (1652-1797), 34; Invalidi (1690-1797), 7; Ruoli dei benemeriti (1677-1797), 21; Ruoli dei legni della veneta marina (1675-1795), 15.

Elenchi alfabetici di ruoli; stati, disposizioni e servizi delle truppe; piedelisti; prospetti spese; rassegna generale del 1772, ecc. (sec. XVIII), 50.

Generalato della Dalmazia (1686-1801), 34; Savio di T.F. alla Scrittura (1791-1797), 7; Ruolo della compagnia dei volontari di Murano (1797), 1.

Complessivamente pezzi 1032 dal 1604 al 1801. Cfr.: A. S. V.: Indice 279-II.


PROVVEDITORI E SOPRAPROVVEDITORI ALLA SANITA'

L'istituzione dei tre Provveditori alla Sanità, come organo ordinario e permanente, risale al 1485 e fu conseguenza della micidiale peste del 1478. Anche prima erano stati eletti in caso di bisogno tre nobili, deputati a questa materia, ma la durata del loro incarico era stata sempre limitata, alla durata della emergenza.

In relazione all'importanza del compito loro affidato della conservazione della salute pubblica i Provveditori furono investiti dei più ampi poteri. Nel 1504 infatti fu loro concessa la giurisdizione criminale e nel 1535 vennero dichiarate inappellabili tutte le loro decisioni, norma quest'ultima però temperata, quattro anni dopo, dal Consiglio dei Dieci, che per alcune espresse materie stabilì l'appello davanti ad un Collegio composto di Esecutori alla Bestemmia e Savi all'Eresia.

La loro vigilanza si estendeva in vasto campo: sui lazzaretti, sulla pulizia delle strade e delle cisterne, sui commestibili, sui vagabondi e questuanti, sulle meretrici, sugli albergatori, sulle sepolture, sui collegi dei medici, dei fisici e dei barbieri.

Essendo la loro nomina nel 1537 passata al Maggior Consiglio dal Senato che prima l'effettuava, questo, seguendo il suo solito sistema, aggiunse, nel 1556, ai Provveditori, due nuovi ufficiali col titolo di Sopraprovveditori alla Sanità, dando a tutto il corpo anche la facoltà di emanare sentenze capitali. Ma nel 1563 contro le loro decisioni fu stabilito il ricorso ad un apposito Collegio di dieci Savi da eleggersi all'occorrenza dal Senato dal proprio corpo.

Alle dipendenze del magistrato vi erano uffici di sanità in ogni città e luogo importante soggetto a Venezia.

Capitolari (1485-1726), 4; Sommari di leggi sanitarie redatti nel 1584 da Filippo Caogrosso, 1; Raccolta di deliberazioni prese durante la peste del 1575-77 fatta da Cornelio Morello nel 1584, 1; Indice delle leggi sanitarie dal 1485 al 1806, fatto nel 1770 da G. A. Boncio ed aggiornato in seguito, 5; Opuscoli su oggetti storico-scientifici sanitari, 3; Elezioni, 1; Decreti del Senato (1486-1610), 5; Decreti del Maggior Consiglio e del Senato (1321-1796), 36; Notatorio (1485-1798), 65; Scritture (1721-1743), 1; Rapporti (1650-1797), 22; Terminazioni (1673-1798), 79; Proclami (1630-1796), 4; Circolari (ai governi esteri, agli Ambasciatori e Consoli, agli uffici di sanità) (1652-1797), 7; Suppliche (1601-1797), 19.

Lettere del Magistrato ad altri magistrati, ad ambiasciatori, residenti e consoli veneti, ai Priori dei lazzaretti, a Stati esteri (1616-1797), 181.

Lettere al magistrato da parte di altri magistrati, ambasciatori, residenti e consoli veneti, priori dei lazzaretti, Stati esteri (1652-1797), 195.


Scritture alla Quarantia Criminale, carteggio Acque di Recoaro, risaie Crema, concordati internazionali, corrispondenza armo litorale, ecc. (sec. XVIII), 3.

Costituti di pattroni di bastimenti (1790-1797), 1; Anagrafi (1633-1642-1670-1761), 7; Necrologi (1537-1805), 201; Necrologi Ebrei (1631-1764) e Turchi (1672-1764), 3; Necrologi di S. Biagio d'Aleghe nell'Agordino (1653-1772), 1; Diplomi approvati a medici, ostetrici e farmacisti (1705-1798), 8.

Elenchi di medici e chirurghi (1700-1806), dei farmacisti (1781-1806) e delle levatrici (1781-1806) degli Stati Veneti, 2.

Commissioni al Collegio dei medici, 2; Rapporti dei medici e chirurghi, 5.

Carte riguardanti la peste del 1709-1716 (Germania), 30; del 1719-1722 (Valachia, Serbia ecc.), 7; del 1710-1716 (Morea), 1; del 1715-1717 (Albania Turca), 1; del 1717-1719 (Giannina e Morca), 3; del 1720-1723 (Provenza), 32; del 1723-1724 (Albania Turca), 9; del 1726-1728 (Cairo, Costantinopoli, Smirne e Morea), 4; in Napoli, Roma, Genova (1756-1758), in Possonia (1779-1781), in Ungheria (1710-1711), in Austria, Boemia, Ungheria e Schiavonia (1711-1714), 6.

Contagio in Bossina e Perasto (1765-1767), in Scutari e Cattaro (1770-1771), in Bossina (1793-1796), in Dalmazia (1765 e 1782-1784), in Spalato (1784), in Cefalonia (1760), ecc., 16.

Epidemia bovini (1616-1796), 24.

Quaderni di Cassa, inventari di rendite ed altro (sec. XVIII-XIX), 11; Carte relative al periodo della Democrazia (1797-1798), 4; Disegni (1687-1798), 12.

Complessivamente : pezzi 1010 di atti dal 1321 al 1805 e pezzi 12 di disegni.

Cfr.: A. S. V.: Indice 221-II.


SAVIO ALLA SCRITTURA - SAVIO ALLE ORDINANZE - DEPUTATI AL MILITAR

II Savio alla scrittura era il Ministro della guerra della Veneta Repubblica.

La sua istituzione sembra risalire al 1519, prima del quale anno le funzioni che egli poi esercitò appartenevano all'intero Collegio dei Savi di Terra Ferma, creati al principio del secolo XV dopo i primi acquisti nel continente.

In principio gli fu affidata solamente la materia relativa al pagamento delle soldatesche stipendiate, poi anche quella delle rassegne, infine i suoi poteri furono accresciuti tanto che verso la metà del secolo XVII tutta l'amministrazione delle truppe terrestri, compresa la giustizia militare, venne a riunirsi nelle sue mani.

Nel secolo successivo la sua attività venne alquanto limitata con l'istituzione, per lo studio dei più gravi problemi militari, di commissioni speciali (conferenze) di patrizi, già investiti di cariche militari di terra e di mare, nelle quali interveniva come assistente.

Alle milizie locali, dette cernide in Terraferma e craine in Dalmazia, presiedeva un altro Savio di terraferma, detto Savio alle ordinanze che non veniva eletto a questa carica con particolare ballottazione, come invece il Savio alla scrittura e il Savio Cassier, ma era di diritto quello dei tre rimanenti Savi di terraferma che aveva ottenuto, il maggior numero di voti.

Dal 1721 al 1747 si trovano i tre Deputati al militar, a cui vennero deferite varie delle principali incombenze riguardanti la milizia e specialmente quelle che non ricercavano provvedimenti immediati. Alle loro sedute assisteva sempre il Savio alla scrittura.

Parti del Savio alla Scrittura (filze) (1742-1796), 102; idem (registri) (1729-1797), 6; Copie di parti (1780-1789), 1; Parti dei Deputati al Militar (1728-1752), 1; Parti del Savio alle Ordinanze (1750-1781), 11; Terminazioni e patenti del Savio alla Scrittura (1749-1797), 38; Scritture del Savio alla Scrittura (1752-1794), 16; Idem (1724-1744) e scritture della Conferenza militare ed altri magistrati (1743-1745), 1; Decreti e scritture (1700-1796), 14; Decreti spese militari (1790-1796), 3; Leggi per oggetti militari (1615-1789), 3; Lettere (1702-1797), 17; Atti varii (1725-1796) e mostre generali (1796) del Savio alle Ordinanze, 2; Libri dei Governi e Magistrati della Terra Ferma, Dalmazia e Levante (1735-1795), 1; Processi per oggetti militari e processi Cap. Sudarovich e Caldogno (1776-1796), 2; Sentenze e condanne (1795-1797), 3; Reggimento Artiglieri (1753-1772), 1; Collegio Militare di Verona (1763-1797), 2.

Promozioni ed elezioni militari (1700-1796), Piedelista (1718-1797), Reclute (1795-


1796), Ingaggi milizie (1795-1796), Rinunzie Ufficiali (1755-1781), Fabbisogni e bilanci militari (l650-1796), Giubilazioni Militari (1749-1796), Stipendiati e giubilati (1782-1797), Pagamento pensioni, Caposoldo e stipendi (1754-1756), Munizioni somministrate (1651-1715), Ammassa reclute (1795-1796), Licenze per matrimoni (1768-1796), Attestati, fedi di battesimo, patenti (1692-1797), Vestiario (1754-1790), Ruoli (1738-1797), Piani, Prospetti e disegni (1559-1793) e altri atti varii, 65.

Stampe (1717-1796), 5.

Complessivamente pezzi 294 dal 1559 al 1797.

Cfr.: A. S. V.: Indice 281-II.


ESECUTORI ALLE DELIBERAZIONI DEL SENATO

Gli Esecutori delle deliberazioni del Senato furono creati nel 1610 in numero di due col compito di eseguire i provvedimenti presi dal Senato per la Terraferma. Nel 1615 furono portati a cinque ed incaricati di eseguire anche le provvisioni del Senato per il Mar, le quali, accrescendosi sempre più, determinarono nel 1619 il loro aumento a sette, numero che rimase poi definitivo, tranne per alcuni brevi periodi in cui alla magistratura vennero aggregati altri due membri.

Dovevano provvedere al soldo dell'Armata, alle munizioni, al vettovagliamento; per un certo tempo ebbero l'incarico di rivedere i conti dei generali, dei commissari, dei rappresentanti e di ogni altro ufficiale, incarico passato poi nel 1629 nei Regolatori alla Scrittura ad eccezione della revisione dei conti dei magistrati straordinari; fino dal 1617 ebbero giurisdizione civile sui debitori in campo e facoltà di giudicare i motivi dei pagamenti fatti dai vicecollaterali; riscuotevano infine le somme di cui capitani, stipendiari, privati o comunità fossero in materia militare debitori verso la Repubblica e dovevano esigere la restituzione del danaro consegnato ad arruolatori di gente d'arme o di provvisionati, quando poi tali arruolamenti non fossero seguiti.

Gli esecutori curavano collegialmente l'esecuzione dei loro incarichi, ad eccezione di taluni, divisi fra di essi.

Difatti nel 1625 troviamo due destinati all'esecuzione delle provvisioni, delle munizioni e dei pagamenti e nel 1629 altri due destinati ad accelerare l'esecuzione delle provvisioni occorrenti al pubblico servizio, uno per quelle di terra, l'altro per quelle di mare.

Nel corso del secolo XVIII molte funzioni furono loro tolte ed assegnate ad altre magistrature: ad essi rimasero solo quelle di non frequenti ispezioni.

Capitolare (con rubrica), frammento di notatorio, decreti, terminazioni, costituti e patenti ducali (1570-1796), 1; Terminazioni (1702-1794), 1; Terminazioni per trasporti (1769-1795), 10; Fedi per trasporri (1733-1798), 31; Fedi per noli (1699-1797), 5; Scritture, suppliche e memoriali (1684-1795), 1; Lettere ai Deputati (1722-1797), 6; Debitori (1616-1759),. 2; Mandati per salariati (1769-1797), 1; Ordini di pagamento (1729-1743), 1; Spedizione biscotti (1779-1794), 1; Quaderni Cassa (1786-1793), 1; Cassa del Capitano in Golfo (1787-1794), 1; Relazioni del maneggio tenuto dal Capitano in Golfo (1731-1794), 2.

Complessivamente pezzi 64 dal 1570 al 1798.


INQUISITORI E REVISORI SOPRA LE SCUOLE GRANDI

La sorveglianza sulle Scuole Grandi fu affidata dal Consiglio dei X, nella cui competenza rientrava, provvisoriamente nel 1622 e stabilmente nel 1627 ad un apposito organo, composto di tre membri, detti Inquisitori e Revisori sopra le Scuole Grandi.

Essi dovevano rivedere il funzionamento delle dette scuole e proporre al Consiglio le opportune riforme per l'eliminazione degli abusi. Regolavano inoltre l'amministrazione delle entrate, perché potessero al bisogno sovvenire alle necessità dello Stato e dal 1662 ebbero anche il compito, precedentemente del Consiglio dei X, di approvare o disapprovare le spese.

Avevano anche diritto di inquisizione e contro le loro sentenze era ammesso il ricorso al Consiglio dei X.

Capitolari (con indice) (1312-1778); Decreti e scritture (1694-1707); Terminazioni e sentenze (1667-1734); Terminazioni ed atti (1757-1805); Ricevute di terminazioni (1709); Lettere (1746-1797); Notatorio (1593-1600); Universis (decreti, terminazioni ed altri alti) (1669-1797); Estraordinario (1752-1797).

Riferte per morte di confratelli (1786-1796), circa stato annuo delle casse (1708-1795), del Capitano delle barche del Magistrato (1786-1792).

Citazioni e deputazioni di cause (1723-1795); Processi criminali demandati al Consiglio dei X (1726-1795); Processi vari (1704-1795); Catastico dei beni, bilanci e revisione dei conti delle Scuole Grandi (sec. XVIII); Catastico delle commissarie annesse alle Scuole Grandi (1795); Depositi (1704-1796); Mandati (1669-1713); Prestiti (1746-1748); Investite di capitali (1796); Affrancazioni di capitali (1754-1766); Residui di capitali (1766-1769) e trasporti residui capitali (1752); Fedi di credito dei capitalisti (1726-1797); Livelli ed affittanze (1713-1714); Relazioni ed atti diversi.

Complessivamente pezzi 62 dal 1312 al 1805.

 Cfr.: A. S. V.: Indice 76-II.


RIFORMATORI DELLO STUDIO DI PADOVA - PUBBLICA LIBRERIA - ISTORIOGRAFO PUBBLICO

Riformatori dello Studio di Padova. - La sorveglianza sullo Studio di Padova prima affidata ai Vescovi, poi, dopo la conquista veneziana, ai rappresentanti della Repubblica in quella città passò nel 1516 ad un organo speciale, quello dei tre Riformatori dello Studio.

Le competenze di questa nuova magistratura non si limitarono solo all'ordinamento esteriore della famosa Università, ma furono estese anche al metodo di insegnamento da seguirsi, agli autori da adottarsi, e ad altre materie che più riguardano personalmente il docente.

Stabilivano il numero delle cattedre e la qualità loro, quello delle ore di insegnamento, nominavano i lettori, impedivano l'insegnamento privato.

Ma la loro attività non si limitò soltanto a quanto abbiamo ora esposto. Può dirsi che essa si venne man mano estendendo a tutto il campo dell'insegnamento e della cultura.

Tutte le scuole pubbliche e private dello Stato (ad eccezione dei seminari soggetti alle autorità ecclesiastiche e del Collegio militare di Verona, sottoposto al Savio alla Scrittura) dipendevano dai Riformatori: l'Accademia dei Nobili alla Giudecca, istituita dalla Repubblica per la gratuita istruzione dei giovani patrizi, la lettura del diritto veneto che si faceva nella Pubblica Libreria, e infine tutte le accademie di scienze, lettere ed arti, sia pubbliche che private.

Erano ugualmente ad essi affidati la censura ed il licenziamento dei libri, l'impedire l'introduzione nello Stato di quelli proibiti, le biblioteche, le gallerie, i musei, le stamperie, gli stampatori, la conservazione dei codici preziosi e delle migliori opere di pittura, scultura ed architettura.

Infine essi avevano competenza in due altri campi particolarmente delicati: la pubblica biblioteca e l'istoriografia pubblica.

Pubblica Libreria. - La pubblica libreria di Venezia ebbe il suo nucleo originario nelle donazioni del Petrarca e del Cardinale Bessarione.

Custodia di essa ebbe in un primo tempo (1485) il magistrato al Sale, alle dipendenze, per questa materia, dei Procuratori di S. Marco.

Ma vari anni dopo che la biblioteca era stata aperta al pubblico (1515), nel 1544, se ne affidò la sorveglianza appunto ai Riformatori dello Studio di Padova e nello stesso anno si creò un bibliotecario pubblico, che dal 1600 fu eletto dal Senato e che dal 1650 durò in carica tutta la vita.

Istoriografo pubblico. - L'incarico di scrivere la storia della Repubblica, affidato dapprima al Sabellico e al Bembo, fu definitivamente regolato con


un decreto del 1577. In quest'anno ad Alvise Contarini si impose di scrivere la storia di Venezia con «sincerità, giudicio e buono stile» (Sandi). Doveva lo storico presentare ciò che veniva scrivendo, di due in due anni, ai Capi del Consiglio dei X, i quali giudicavano il lavoro col parere dei Riformatori dello Studio di Padova.

Parti del Senato (1607-1754), 2.

Rubrica di terminazioni e scritture dei Riformatori dello Studio di Padova e decreti dell'Eccellentissimo Senato attinenti all'Università di Padova, Collegio veneto, stampe, spese e soldo (fatta, da Antonio Locatelli) (1744), 2.

Decreti, scritture, terminazioni (1698-1796), 58; Lettere dei Riformatori ai Rettori (1555-1796), 107; Lettere dei Rettori, di altri rappresentanti, di professori, scolari e privati ai Riformatori (1601-1795), 67; Mandati di Collegio (1640-1797), 30; Dottorati e lettere diverse (1740-1790), 19; Licenze per stampa di libri e giornali e mandati per licenze (1552-1801), 61; Mandati per pubblicazione e vendita di libri stampati all'estero (1764-1797), 3; Revisione dei libri venuti dall'estero nelle dogane (1764-1787), 4; Catalogo generale dei libri stampati in Venezia e nello Stato (1725-1789), 1.

Giornalismo e atti relativi agli scritti di Marco e Michiel Foscarini, Giacomo Marcello, Paolo Paruta, Andrea Morosini, Pietro Bembo, Francesco Donà, 1.

Statuti, parti e terminazioni a stampa (1761-1796), 4; Accademia dei Nobili alla Giudecca (1619-1803), 29; Cattedre dell'Università, professori, loro ricorsi, condotte, stipendi, collegi ed altri atti (secc. XVII-XVIII), 28; Lezioni manoscritte dei pubblici professori (1774-1785), 6; Atti relativi a scolari, terziarie, immatricolazioni e ad esami (secc. XVII-XVIII), 16.

Processi contro scolari e contrafacienti in avvocatura, 2; Atti relativi a dottorati, decreti, suppliche, privilegi e grazie, 5.

Collegio veneto: tariffe per dottorati, 1; Collegio sacro: tariffe per dottorati, 1; Collegio di S. Marco in Padova, 1; Collegio di S. Demetrio di Padova, 3; Collegio greco di S. Giovanni o Paleocapa e collegio di S. Cottuneo a Padova, 14.

Pubblica Libreria e biblioteca del Santo di Padova, 4; Accademia di scienze, lettere ed arti in Padova, 4; Accademia dei Nobili, Delia, dei Ricoverati, Ospedale di S. Francesco, terme di Abano, 1; Collegio dei medici in Venezia, 1; Scuola nautica (1739-1765), 7; Scuole pubbliche e private e accademie in Venezia, Terraferma e oltremare, 12.

Clero secolare e regolare e scuole per la sua educazione ed altri atti, 8; Consultori in jure e Magistrato sopra Feudi, 1.

Atti amministrativi dello Studio (cassa, elenchi di studenti, ecc.), 26; Decreti del Senato e dei Riformatori dello Studio di Padova, 5; Lettere varie, memoriali (1597-1797), 16; Governo democratico, comitato di pubblica istruzione ed aulica deputazione alla pubblica istruzione (1797-1798), 1.

Miscellanea ed altri atti, 44.

Complessivamente pezzi 595.

Cfr.: A. S. V.: Indice 218-II.


CANCELLIERE GRANDE

Non è possibile stabilire con precisione l'anno in cui fu istituita la Cancelleria Ducale e quindi anche la carica di Cancelliere Grande, la più alta a cui potesse aspirare la classe dei cittadini originari, della quale quindi egli poteva considerarsi il capo, così come rispetto ai patrizi lo era il Doge. Si può dire solamente che il primo Cancelliere Grande ricordato nelle antiche memorie è Corrado De Ducati del 1268.

Veniva eletto dal Maggior Consiglio e godeva di prerogative eccezionali, come la precedenza su tutti i Magistrati, eccettuati i Consiglieri e i Procuratori di S. Marco, e perfino sugli stessi parenti del Doge, col quale aveva comune il privilegio di poter rimaner coperto; il titolo di Eccellenza; la veste ducale di porpora; l'ingresso in tutti i Consigli, senza però voto deliberativo; funerali pubblici imponenti.

Aveva la soprintendenza sulla Cancelleria Ducale - e perciò anche sulla Secreta che ne formava una sezione - e quindi aveva l'obbligo della custodia delle leggi e degli archivi costituzionali della Repubblica, del loro ordinamento, della trascrizione e rubricazione degli atti ecc. ecc. Da lui dipendevano il Reggente e Vice-Reggente della Cancelleria e i Segretari di Cancelleria fra i quali egli sceglieva quelli che dovevano essere destinati presso le varie magistrature. Altre sue incombenze e potestà erano: la conservazione dei registri dei voti per l'elezione alle varie cariche e la proclamazione degli eletti in Maggior Consiglio, in Senato, in Consiglio dei Dieci e nella Sala degli Scrutini; la compilazione dell'elenco dei senatori che non potevano partecipare alle sedute nelle quali si trattavano gli affari riguardanti Roma; la nomina dei notai, il cui Collegio egli presiedeva insieme coi due Cancellieri Inferiori.

E' da osservare che egli era anche il depositario dei trattati colle potenze estere, i quali venivano custoditi in Secreta in apposito armadio di cui egli solo possedeva le chiavi.

Parti (1244-1796); Capitolare dei Notai della Cancelleria; altri atti (1554-1795); Indici dei secreti della Cancelleria (secc. IX-XVI).

         Complessivamente pezzi 42.


CASSIERE DELLA BOLLA DUCALE

Il Cassiere alla Bolla Ducale era dell'ordine dei cittadini originari. Aveva un ufficio speciale nella Cancelleria ducale. Spettava a lui l'esazione delle tasse sui possessi temporali dei benefici ecclesiastici e la conservazione degli atti relative alle grazie dispensate dal Maggior Consiglio.

Capitolare dell'ufficio della Bolla ducale (1308-1790), 2.

Grazie del Maggior Consiglio (registri) (1299-1304), (1329-1445), (1407-1445), (1530-1579), (1589-1767), 42.

Grazie del Maggior Consiglio (filze) (1547-1796), 105.

Rubricari, 5; Grazie concesse dal Maggior Consiglio scritte di pugno di Marin Sanudo (1340-1450), 1; Gratiarum concessiones a tribus primariis Reipublicae Consiliis collatae (rubriche) (1501-1575), 2; Grazie dei cento uffici a particolari (1700-1793), 1; Grazie a patrizi (1700-1793), 1; Grazie di realdizione (1701-1746), 1; Mariegola dei poveri al Pevere (secc. XIV-XVIII), 1; Elezione delle cariche della scuola dei poveri al Pevere (secc. XVII-XVIII), 1; Grazie di poveri al Pevere (1701-1793), 1; Ricevute della scuola dei poveri al Pevere (1768-1784), (1780-1799), 2; Libro Mar della fraterna dei poveri al Pevere (1796-1798), 1; Tassazione dei diritti di cancelleria (1531), 1; Rilevazione di cedole testamentarie (1700-1796), 1; Registro di permute fideicommissarie (1701-1795), 1; Casselletta dei Segretari (sec. XVIII), 1.

Complessivamente pezzi 169.


SEGRETARIO ALLE VOCI

Al Segretario alle Voci spettava la conservazione dei registri delle proposte e delle elezioni a tutte le cariche della Repubblica, sia ordinarie che straordinarie.

Decreti relativi alle elezioni (1260-1797), 10; Elezioni del Maggior Consiglio (registri) (1529-1578, 1589-1797), 30; Elezioni del Maggior Consiglio (filze) (1670-1797), 12; Elezioni di senatori, di membri della Quarantia e di Consiglieri dei X (1569-1796), 15; Elezioni del Senato (registri) (1530-1797), 28; Elezioni del Senato (filze) (1685-1793), 21; Proposte al Maggior Consiglio (1549-1797), 16; Accettazioni di cariche del Maggior Consiglio (1540-1797), 14; Giuramenti dei Rettori (1609-1637), 1; Fedi (1709-1801), 4; Lettere dei pubblici rappresentanti (1775-1796), 19; Deputati e rettori di Terraferma e da Mar (1780), 1; Note dei nobili veneti morti dal 1687 al 1768, 1; Capitolare degli elettori del Doge con le elezioni dei dogi dal 1674 al 1789, 1; Serie di atti indistinti di varia epoca e relativi a varie magistrature (1349-1797), 37; Miscellanea, 10.

Complessivamente pezzi 220.